Il Buddismo praticato in Tibet

La definizione del Buddismo praticato in Tibet è Mahayana Grande Veicolo. il praticante segue la Dottrina con lo scopo di essere di beneficio a tutti

di Centro Rabten
Ghe.Pel.Ling

Nel Tibet il Buddismo inizia a diffondersi nel VII secolo d.C. attraverso eruditi provenienti dalle grandi Università monastiche dell‘India.
Grazie all’opera infaticabile di studio e pratica della Dottrina da parte dei Maestri tibetani, l’intero insegnamento di Buddha venne tradotto in tibetano con grande precisione e accuratezza. Al giorno d’oggi, se non è purtroppo più possibile trovare l’intero canone buddista nella sua lingua originaria, è però rintracciabile nella traduzione tibetana, sicuramente altrettanto affidabile.

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Molti studiosi occidentali attribuiscono alla tradizione religiosa del Tibet il termine Buddismo tibetano, dando così l’idea di una tradizione autonoma e in qualche modo diversa rispetto a quella originale generata da Buddha Sakyamuni; ma tutti i Maestri che si sono succeduti nel corso dei secoli, e che ancora conservano e trasmettono la dottrina, sottolineano sempre la continuità e la assoluta coerenza dei dettami della tradizione religiosa del Tibet con l’Insegnamento dato da Buddha tredici secoli prima in India.

La definizione che più si addice al Buddismo praticato in Tibet è “Mahayana” o “Grande Veicolo”, in quanto il praticante segue la Dottrina con lo scopo di essere di beneficio a tutti gli esseri, distinguendosi in ciò dai seguaci dell'”Hinayana”, o “Piccolo Veicolo”, la cui pratica è rivolta alla propria personale emancipazione dalla sofferenza.

Il Buddismo è una religione sostanzialmente pratica, che invita l’individuo a coltivare l’interiorità partendo dalla propria situazione esistenziale; col passare dei secoli, in Tibet sono fiorite alcune tradizioni e scuole di pensiero che hanno posto l’accento su aspetti pratici diversi. Queste  tradizioni restano però fondamentalmente fedeli agli Insegnamenti di Buddha e dei vari Saggi indiani che ne hanno spiegato il pensiero originario: Naropa, Nagarjuna, Chandrakirti, Atisha, Shantideva e così via.

Le scuole di pensiero del buddismo tibetano sono quattro: Kagyupa, Nigmapa, Sakyapa e helugpa. Quest’ultima, attualmente la più diffusa, trae origine dagli insegnamenti di Lama Tzong Khapa (1357 – 1419), un grande Maestro che, sulla base del proprio studio e della propria esperienza meditativa, riordinò l’intero corpus dell’Insegnamento di Buddha in un’unica opera, che individua il percorso spirituale del praticante buddista.

 Immagine di copertina: © Mrsiraphol/Freepik 

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