Ecoresort in Brasile. Viaggi responsabili alla ricerca di sé stessi

Un villaggio green che sorge su uno degli scorci più affascinanti della Costa do Sol Nascente. Una struttura di alto livello, che offre sport, relax e settimane olistiche per rigenerarsi.

Palme, spiagge sterminate, tanto mare e tanto sole. Sorge su una delle zone più caratteristiche e romantiche del Cearà, l’Hotel Villaggio TudoBom. A Uruaù, a pochi passi dall’omonima laguna blu e a circa 90 chilometri a sud di Fortaleza, il resort è costruito come un piccolo villaggio, composto da 5 case, 20 stanze, un ristorante con bar, piscina e un giardino tropicale.

 

Risparmio dell’energia, attenzione ai materiali, manodopera locale. Ma anche menù a “km zero”, energie rinnovabili e interni realizzati con materiali di recupero. È questa la filosofia scelta per realizzare questa piccola oasi in mezzo alle dune del Cearà.

 

Ed è la stessa filosofia seguita da Renzo Fausone, imprenditore italiano di Canelli, in provincia di Asti, che qui ha investito realizzando una struttura ecosostenibile, portando con sé capacità imprenditoriali, gioia di vivere e la passione per il lavoro che contraddistingue molti dei nostri italiani all’estero. “Abbiamo iniziato i lavori 10 anni fa, quando qui non c’era praticamente nulla”, spiega con una certa soddisfazione. “Non mancavano solo i materiali essenziali come il cemento o le piastrelle di ceramica – sottolinea – ma mancavano tutte le maestranze. Pochi muratori, pochi falegnami, senza parlare di carpentieri o elettricisti”. In effetti Uruaù è, ancora oggi, un piccolo villaggio di pescatori. Ecco che, accanto all’opera edilizia, si sono affiancati corsi di formazione per la popolazione locale, per creare quelle figure di cui poteva servirsi la struttura ricettiva. I dipendenti provengono tutti dalle vicinanze.

Niente aria condizionata, ci pensa il mare. Le stanze, così come il ristorante e l’intera struttura sono state progettate per sfruttare il più possibile la ventilazione naturale, che qui grazie alla vicinanza dell’oceano non manca mai. Si può così riposare senza dover mai accendere l’aria condizionata, risparmiando energia elettrica. L’acqua calda è prodotta da alcuni impianti solari che sfruttano i caldi raggi del sole dell’equatore. Acqua che qui non manca mai, grazie alle numerosissime fonti naturali presenti.

 

Gli interni sono semplici, curati, con una nota rustica, ma moderna. Legno e cemento “quebrado” (bruciato), sono le materie prime più utilizzate. Materiali questi della tradizione locale, economici e di facile produzione. Le sedute, i tavoli e le poltrone sono realizzate utilizzando il “cipò de fogo”, una liana tipica del Cearà, che le donne del luogo intrecciano realizzando gli arredamenti per la casa. Le strutture esterne del patio e della sala del ristorante sono costruite utilizzando i tronchi delle palme di cocco, che qui prosperano numerose.

 

Cucina local, frutteto in casa. Passeggiando per il giardino tropicale, ci si perde tra le varie piante da frutto tipiche di questa parte di mondo. Qui lo chef Joao Augusto Marino, paulista di lontane origini italiane, raccoglie ogni giorno direttamente dai rami la gojaba, frutto dolce e carnoso, che ricorda il fico. E poi mango, banane, ananas, il profumatissimo lime e un particolare frutto di cui si beve il succo: la graviola, che secondo gli ultimi studi sia indicata come alimento dalle innumerevoli proprietà. Tutto il pesce, la carne e le verdure provengono dai mercati vicini che lo chef visita quotidianamente.

 

Mare, sport e relax. La laguna di Uruaù, così come tutta la costa, è meta ambita per kiters e windsurfers di tutto il mondo. Non mancano centri attrezzati dove potersi dedicare a questo sport, a metà tra cielo e mare. La struttura inoltre organizza per i visitatori un percorso dedicato alla salute e al benessere. In collaborazione con gli operatori dell’associazione Nucleo Gaia, che opera in entrambi i Paesi, si potrà godere di una settimana pensata per ritrovare serenità ed equilibrio: passeggiate meditative al chiaro di luna, trattamenti terapeutici ed esperienze biodinamiche.

 

Un altro Brasile, lontano dagli stereotipi europei. Una terra serena, ospitale, sicura, dove la natura e una certa dose di lentezza aiutano a ritrovare valori troppo spesso dimenticati.

 

[box title=”Da sapere”]Per viaggiare in Brasile basta il passaporto, valido per almeno sei mesi prima della partenza. Non c’è bisogno di visto.

 

Per raggiungere Fortaleza da Malpensa, Air Italy offre voli ogni settimana, partenza il giovedì, sia in economy che in business class. A Uruaù è possibile pernottare all’Hotel Villaggio ToduBom, gestito da imprenditori italiani con una qualità dei servizi dagli standard europei. Da qui l’hotel organizza escursioni che toccano tutta la costa, da Fortaleza a Ponta Grossa. Per le settimane olistiche è possibile rivolgersi alla struttura o all’associazione Nucleo Gaia. [/box]

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