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Il Kenya usa i crediti di carbonio per salvare le foreste e gli elefanti
Il Kenya produce crediti di carbonio per poi rivenderli a società e banche ed investire i ricavi in programmi di conservazione della flora e della fauna e per lo sviluppo locale.
La progressiva scomparsa delle foreste, oltre all’evidente perdita ambientale, priva l’economia dell’Africa orientale di 75 milioni di dollari all’anno. Aree verdi e biodiversità sono fonte di profitto e per tutelare queste preziose risorse il Kenya ha messo a punto una nuova strategia.
Il progetto Kasigau, elaborato da Wildlife Works, prevede di vendere i crediti di carbonio accumulati a grandi compagnie ed investire i capitali nella tutela delle aree naturali. Wildlife Works è una società impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per la tutela delle foreste e della fauna. Con “crediti di carbonio” si indica un sistema di compravendita di crediti di CO2, facente parte del Protocollo di Kyoto, nato per trovare le risorse economiche necessarie a ridurre le emissioni di gas serra e contrastare i cambiamenti climatici.
Il Kenya è una delle 53 nazioni che ha aderito al programma Redd delle Nazioni Unite un meccanismo lanciato nel 2008 che dovrebbe contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la salvaguardia delle foreste. Il progetto Kasigau è uno dei primi nel suo genere ed è il progetto pilota per il Kenya. L’obiettivo principale è quello di monitorare e proteggere oltre 500mila ettari di terreno boschivo nei pressi del villaggio Kasigau. Quest’area rappresenta un importante corridoio per la fauna che consente di spostarsi per tutta l’estensione del parco nazionale dello Tsavo, la più grande are protetta del Kenya che ospita, tra gli altri, elefanti, leoni, ghepardi, leopardi e rinoceronti.
Gli abitanti di Kasigau, assunti da Wildlife Works, hanno il compito di contare gli alberi nel corridoio, in modo che possa essere calcolata la quantità totale di carbonio immagazzinato. L’azienda vende i crediti accumulati a grandi aziende e banche, tra cui Microsoft, Coca-Cola, Hershey, Barclays, Allianz e Bnp. Secondo Wildlife Works il guadagno annuo si aggirerebbe tra i 3,5 e i 7 milioni di dollari. I guadagni, oltre a finanziare i progetti di conservazione e di istruzione per la popolazione, vengono ripartiti tra i ranger impiegati nella lotta al bracconaggio, tra i dipendenti e tra i proprietari terrieri della comunità per compensare loro per il mancato sfruttamento delle risorse naturali locali.
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