Nasce un colosso delle auto elettriche e plug-in. Renault-Nissan ora controlla Mitsubishi

Nissan Motor Corporation ha acquistato il 34% delle azioni di Mitsubishi Motors Corporation, diventandone così l’azionista di maggioranza e assumendo il controllo della Casa di Tokyo. Il nuovo numero uno della Casa dei “tre diamanti” (operativo dal prossimo 14 dicembre) sarà Carlos Ghosn. Carlos Ghosn diviene anche presidente di Mitsubishi Carlos Ghosn, nato in Brasile

Nissan Motor Corporation ha acquistato il 34% delle azioni di Mitsubishi Motors Corporation, diventandone così l’azionista di maggioranza e assumendo il controllo della Casa di Tokyo. Il nuovo numero uno della Casa dei “tre diamanti” (operativo dal prossimo 14 dicembre) sarà Carlos Ghosn.

Carlos Ghosn diviene anche presidente di Mitsubishi

Carlos Ghosn, nato in Brasile 62 anni fa, figlio di genitori di origini libanesi e cresciuto in Francia, è un dirigente già molto potente – presidente e amministratore delegato di NissanRenault, oltre che dell’Alleanza Renault-Nissan – ma da dicembre lo sarà ancora di più. Ghosn diventa presidente di Mitsubishi ed è uno dei quattro manager che entrano a far parte del board.

Carlos Ghosn diviene anche presidente di Mitsubishi
Carlos Ghosn diviene anche presidente di Mitsubishi

Carlos Ghosn è stato Ceo di Michelin in Nord America e aveva presieduto per due volte l’Associazione europea dei costruttori (Acea) nonché AvtoVaz.

Ora avrà la responsabilità di un colosso in crescita: Nissan (quasi 4,76 milioni di veicoli venduti nel 2015), Renault (attorno a quota 2,6, inclusa Dacia) e Mitsubishi (circa 1,1). Secondo le statistiche del 2015, l’Alleanza allargata consoliderebbe la propria quarta posizione (attorno ai 9,6 milioni di veicoli contro i 9,8 di General Motors), ma in una nota il gruppo ha fatto sapere che sulla base delle consegne del 2016 arriverà a quota 10 milioni includendo anche Lada, Datsun e Infiniti, e quindi salirebbe al terzo posto. “Sarà uno dei tre gruppi più grandi al mondo – ha confermato Ghosn – con economie di scala, tecnologie innovative e capacità produttive per fabbricare veicoli per rispondere alla domanda di clienti in ogni segmento di mercato e in ogni zona del mondo”. E i gruppi Volkswagen e Toyota non sono lontani.

Il nuovo assetto Mitsubishi: c’è un direttore globale dei rischi

L’accordo prevede la presenza di quattro dirigenti Nissan, tra cui Carlos Ghosn, nel consiglio di amministrazione Mitsubishi a cui seguirà una serie di cambiamenti nei ruoli chiave dei vertici aziendali. I manager che accanto a Ghosn gestiranno questa fase sono Mitsuhiko Yamashita, ex Vicepresidente esecutivo del reparto R&D di Nissan entrato quest’anno in Mitsubishi come responsabile dello sviluppo, Hitoshi Kawaguchi, Chief Sustainability Officer e direttore della divisione Global External Affair, e Hiroshi Karube, Global Controller e Global Asset Manager. All’attuale Ceo, Osamu Masuko, è stato chiesto di rimanere al suo posto. Masuko ha chiesto a Nissan di inserire fra i membri del Comitato Esecutivo anche un alto dirigente per dar manforte al management. Sulla scia dello scandalo sui consumi di carburante e le massicce rivelazioni del Dieselgate Volkswagen, viene infatti anche creato un nuovo ruolo ad alta responsabilità, ovvero un direttore del controllo del rischio globale. Ad assolvere questo compito in veste di Chief Operating Officer di MMC sarà Trevor Mann, attuale Chief Performance Officer di Nissan e già dirigente del megastabilimento di Sunderland.

I tre grandi azionisti istituzionali di Mitsubishi Motor Corporation – Mitsubishi Heavy Industries, Mitsubishi Corporation e The Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ – hanno accolto con favore l’investimento di Nissan e sono pronti a collaborare strettamente con i futuri membri del Consiglio. Con il perfezionamento dell’acquisizione, i tre azionisti istituzionali e Nissan detengono oltre il 51% del capitale sociale Mitsubishi.

Le ammissioni di Mitsubishi sui consumi di carburante ed emissioni

Mitsubishi ad aprile ha dovuto ammettere di aver alterato per anni i dati sui consumi di vari modelli, alcuni dei quali costruiti proprio per conto di Nissan, poi è stata travolta dalle conseguenze. L’intervento salvifico di Nissan, tutt’altro che ostile, è stato propiziato e ben accolto dalla stessa Mitsubishi.

La vicenda era venuta a galla proprio grazie agli esposti di Nissan, che era già partner industriale di Mitsubishi. Era infatti già attiva una cooperazione iniziata cinque anni fa sulle kei car, le piccole auto che in Giappone godono di diversi privilegi fiscali. Lo scandalo ha quasi dimezzato il valore delle azioni della casa dei tre diamanti.

Lo scandalo emissioni che ha investito la reo confessa Mitsubishi riguarda i dati relativi ai consumi in fase di omologazione di 625.000 auto vendute in Giappone.

L’azienda aveva ammesso inizialmente, ad aprile, di aver falsificato l’efficienza di due dei suoi modelli, insieme a due auto prodotte per Nissan. L’ammissione ha portato alla sospensione delle vendite di quei veicoli, provocando subito un calo del valore di mercato della società. Gli ultimi modelli colpiti dallo scandalo efficienza del carburante sono varianti dei modelli Pajero, Outlander e RVR Suv.

I primi modelli irregolarmente immatricolati erano due minicar vendute con il marchio Mitsubishi e altri due modelli simili che la società costruiva per Nissan. “La nostra inchiesta ha confermato che l’economia di carburante su otto modelli erano fino all’8,8% e, in media, del 4,2% inferiore a quello pubblicizzato”, ha detto il ministero dei Trasporti giapponese in un comunicato.

Sulla scia dello scandalo il valore di mercato della casa automobilistica è sceso di 3 miliardi. A maggio, così, Nissan ha deciso di acquisire una grossa partecipazione – di controllo – del 34% della società per 237 miliardi di yen (2,1 miliardi di euro).

Dirigenti Mitsubishi si inchinano in segno di scuse durante una conferenza stampa. © Epa
Dirigenti Mitsubishi si inchinano in segno di scuse durante una conferenza stampa. © Epa

Pare che i test venissero truccati da 25 anni. Quando fu modificato un regolamento, nel 1991, per rappresentare più correttamente i risparmi dei sistemi start-stop nel ciclo urbano, Mitsubishi non si sarebbe adeguata al cambiamento.

A maggio il presidente della società, Tetsuro Aikawa, si è dimesso. Mitsubishi Motors ha subìto un colpo ferale, sulla scia dello scandalo, ammettendo a giugno di prevedere perdite nette per 145 miliardi di yen nell’esercizio in corso.

La perdita attesa segnerà la prima caduta dei profitti per l’azienda dopo la crisi finanziaria del 2008.
Ad agosto è stato intimato a Mitsubishi di interrompere la commercializzazione di otto modelli, a conclusione dell’indagine da parte del ministero dei Trasporti giapponesi.

Prima che lo scandalo dei consumi venisse alla luce, la casa automobilistica era il sesto più grande in costruttore Giappone e il 16° in tutto il mondo.

Ora Nissan è diventato il primo azionista di Mitsubishi, con l’acquisizione del 34% del capitale con un’operazione da 237 miliardi di yen (2,1 miliardi di euro).

Un business plan imponente per Mitsubishi, incentrato sulle auto ibride

Il nuovo business plan è “imponente” secondo Ghosn, che in un’intervista ad Automotive News ha dichiarato: “Questo non è un accordo in cui si dice, ’ok, abbiamo fatto l’affare, ora pensiamo a cosa possiamo fare insieme’. No, presto diremo esattamente quello che andremo a fare insieme. Ed è un piano enorme, specie tra Mitsubishi e Nissan. E potrebbe diventare estremamente significativo anche tra Renault e Mitsubishi”.

https://www.youtube.com/watch?v=P0diLBaWgKcSono prevedibili sinergie per la ricerca e lo sviluppo di nuove piattaforme costruttive e motorizzazioni, nonché interessanti potenzialità commerciali per il mercato nordamericano. “Parliamo di enormi sinergie per acquisti, ingegneria, piattaforme, motori, ibridi plug-in”. Quest’ultima è una tecnologia che Mitsubishi ha già in casa, mentre finora Renault e Nissan hanno concentrato gli investimenti sulle elettriche pure.

Con l’acquisizione di Mitsubishi da parte di Nissan Renault nasce un colosso delle auto elettriche

Completata l’acquisizione del 34% di Mitsubishi Motors, si crea quello che punta a essere il terzo gruppo più importante nel settore automotive, con 10 milioni di veicoli venduti all’anno. Ma con Zoe, Leaf, Outlander e iMiev diventa anche il più importante produttore di veicoli elettrici. Si viene infatti a creare un polo gigantesco per quanto riguarda la mobilità elettrica. Renault-Nissan è già dominante nel settore grazie a Leaf e Zoe (della quale sono attesi buoni numeri con la nuova versione da 400 km), e seppure con numeri meno importanti anche con i mezzi da lavoro E-NV200 e Kangoo ZE. A queste vetture elettrizzate si aggiungeranno ora la Mitsubishi iMiev, piccola compatta, e l’assoluto leader per i SUV ibridi plug-in Mitsubishi Outlander PHEV.

Una leadership che sarà difficile da scavalcare, dato che conta già oggi oltre 500.000 veicoli a batterie già venduti nel mondo, con numeri in costante crescita. I nuovi rapporti che si verranno a creare porteranno, secondo i piani, a un’ulteriore razionalizzazione dei costi, a uno scambio di know how su tecnologie fondamentali e all’utilizzo di piattaforme comuni per modelli poi prodotti con marchi diversi.

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