In Alaska i cambiamenti climatici stanno sciogliendo anche la cultura dei nativi

Il costante aumento delle temperature sta modificando lo stile di vita degli Yupik, riducendo le fonti alimentari, e sta anche influenzando la loro lingua e la loro cultura.

Gli Yupik sono una popolazione indigena dell’Alaska occidentale, una delle 229 tribù native del Paese, che vive ancora in prevalenza in maniera tradizionale, sostentandosi cacciando foche e pescando salmoni. Gli Yupik hanno decine di parole per riferirsi al ghiaccio e alle sue variazioni, il che non è sorprendente considerato il ruolo cruciale che questo svolge nella caccia e nel trasporto. Ad esempio la parola “nuyileq” significa “ghiaccio rotto che comincia a espandersi, pericoloso camminarci sopra”.

Donna Yupik pulisce il salmone
Una donna Yupik prepara il salmone appena pescato. Gli Yupik hanni vissuto lungo il Mare di Bering per migliaia di anni ma ora, a causa dell’aumento delle temperature globali, sono minacciati dalla fusione del permafrost (Photo by Andrew Burton/Getty Images)

Il declino di un’antica cultura

Recentemente però alcuni ricercatori hanno notato che alcune di queste parole stanno diventando obsolete e sempre meno utilizzate. Questo fenomeno è probabilmente legato all’inusuale aumento delle temperature nella regione artica. Sembra che queste parole, utilizzate per migliaia di anni, si stiano letteralmente sciogliendo, proprio come il ghiaccio cui si riferiscono che si sta fondendo a causa dei cambiamenti climatici.

Come il riscaldamento globale minaccia gli Yupik

La sopravvivenza stessa degli Yupik è in pericolo, i loro villaggi sorgono infatti lungo le coste dell’Alaska ma la fusione dei ghiacci, l’erosione costiera e l’innalzamento del livello del mare li stanno costringendo a spostarsi altrove, come già accaduto a una comunità Iñupiat. In Alaska ci sono oltre trenta cittadine e villaggi a rischio. Si stima che le onde erodano circa sei metri di costa ogni anno, mentre l’aumento delle temperature accelera lo scioglimento dei ghiacci.

Villaggio Yupik in Alaska
Gli Yupik identificano e nominano in modo diverso almeno 99 formazioni di ghiaccio diverse. Lo scioglimento dei ghiacci però comporterà anche la perdita di molti vocaboli (Photo by Andrew Burton/Getty Images)

Ghiaccio bollente

Nell’Artico l’estensione del ghiaccio marino nel mese di novembre è crollata al minimo storico. La temperatura media della regione nel 2016 è stata di 3,5 gradi centigradi più calda rispetto ad un secolo fa. Questi squilibri climatici hanno un notevole impatto sugli Yupik che basano la propria sussistenza sull’affidabilità dei ritmi naturali.

Insicurezza alimentare

Siamo dipendenti dalle condizioni del ghiaccio marino, è parte integrante della nostra vita e della nostra cultura. Le possibilità di cacciare foche e trichechi continuano a ridursi – ha affermato Vera Metcalf, direttore della Eskimo Walrus Commission, organizzazione che rappresenta 19 comunità indigene che sorgono lungo la costa occidentale dell’Alaska. – Le comunità sono preoccupate per questo perché l’insicurezza alimentare è qualcosa che ora siamo costretti a dover affrontare ogni singolo giorno”.

Lo scioglimento dei ghiacciai artici in Alaska
In Alaska l’innalzamento delle acque rappresenta una minaccia concreta. Si stima che le onde erodano circa sei metri di costa ogni anno, mentre l’aumento delle temperature accelera lo scioglimento dei ghiacci (Photo by Andrew Burton/Getty Images)

Si sta sciogliendo l’Artico

L’Artico si sta riscaldando al doppio della velocità del resto del mondo e diversi indizi rivelano che l’aumento della temperatura sta subendo un’accelerazione, secondo Jeremy Mathis, direttore del Programma Artico del National Oceanic and Atmospheric Administration. “Per le persone che vivono nella regione artica non vi è alcun dubbio che il loro ambiente stia cambiando – ha dichiarato Mathis. – Stiamo assistendo a una profonda destabilizzazione dell’ambiente artico. Il ghiaccio si sta sciogliendo sempre prima per poi tornare sempre più tardi. Per le persone che vivono qui questo ha un grande impatto sulla loro sicurezza alimentare e sul loro stile di vita”.

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