Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
Si arrende il gigante della carta indonesiano
Asia Pulp & Paper, una delle principali aziende del settore della carta, si impegna ad interrompere la deforestazione che sta funestando l’Indonesia.
L’annuncio della Asia Pulp & Paper (App)
è stato fatto martedì 5 febbraio dopo anni di
pressione da parte di molte organizzazioni non governative
indonesiane e internazionali. Aida Greenbury, direttore esecutivo
per la sostenibilità di App, ha dichiarato che la
società ha voluto compiere un gesto che funga da esempio per
le altre aziende che operano nel settore: “È arrivato il
momento di smettere di parlare di cambiamento climatico, è
il momento di contrastarlo”.
Un risultato quasi inaspettato per Greenpeace
che dal 2010 sta portando avanti una campagna per convincere le
oltre cento aziende che hanno legami con la App di sospendere i
rapporti. Una campagna che ha visto il coinvolgimento, tra le
altre, di Adidas, Mattel, Danone, Lego, Nestlé e Hasbro. Una
delle iniziative più riuscite fu quella che chiamò in
causa la Barbie, uno dei giocattoli di punta di Mattel,
che la costrinse a
rivedere il contratto con la App nell’ottobre del 2012 per
scegliere solo fornitori sostenibili.
“Ci complimentiamo con App per aver preso questo impegno per
porre fine alla deforestazione, ma è ciò che succede
nella foresta che conta e noi continueremo a monitorare i progressi
da vicino. Se App applicherà effettivamente la sua nuova
politica, segnerà un incredibile cambiamento di direzione
dopo anni di deforestazione”, ha dichiarato Bustar Maitar,
capo della campagna sulle foreste in Indonesia di Greenpeace.
Dal 2005 l’Indonesia è diventato il terzo paese al
mondo per emissioni di gas ad effetto serra proprio a causa della
rapida espansione del settore della carta e della cellulosa e di
quello dell’olio di palma. Due settori che hanno portato alla
perdita di habitat per molte specie che ora sono a rischio
d’estinzione, come la tigre di Sumatra e l’orango. Un quadro che ha
spinto il presidente indonesiano, Susilo Bambang Yudhoyono, a
imporre nel 2011 una moratoria sulla deforestazione che
scadrà a maggio di quest’anno.
Secondo Maitar il governo di Giacarta dovrebbe approfittare
del momento positivo per “estendere la moratoria, rivedere la
legislazione sulle concessioni dei diritti di sfruttamento delle
foreste e aiutare imprese come la App a mettere in atto le loro
politiche di conservazione”.
L’altra grande azienda, la seconda in Indonesia, che ancora
produce carta usando la fibra proveniente da foreste pluviali
primarie è la Asia Pacific Resources International Limited
(April) che, insieme alla App, produce l’80 per cento della
cellulosa esportata dal paese asiatico.
Il prossimo obiettivo per Greenpeace e le altre
ong è proprio questo: fermare anche la April per dimostrare
che qualsiasi società al mondo può fare lo stesso e
cambiare strategia di sfruttamento delle risorse naturali
nonostante le difficoltà a livello sociale, economico,
politico che si possano incontrare.
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