Anche Berlino investe nello Yasuní

La Germania ha deciso di donare 34,5 milioni di euro per la conservazione del parco nazionale Yasuní, in Ecuador, ed evitare le trivellazioni.

Lo Yasuní, oltre a essere unameravigliosa riserva naturale di 9.823 chilometri quadrati tra le più ricche al mondo per biodiversità, risulta anche ricchissimo di petrolio. Nel sottosuolo della regione potrebbero essere presenti fino a 846 milioni di barili di greggio, secondo le stime: un quinto dell’intera capacità del paese sudamericano. Per questo, le maggiori compagnie petrolifere hanno esercitato forti pressioni sul governo per ottenere i diritti di esplorazione e trivellazione.

Per salvaguardare la riserva e l’intero ecosistema della regione, Rafael Correa, da poco rieletto presidente dell’Ecuador per la terza volta, nel 2011 aveva deciso di lanciare una sfida al mondo: non concedere i diritti di esplorazione nella regione in cambio di un indennizzo internazionale di 3,6 miliardi di dollari (circa 2,7 miliardi di euro) corrisposti su tredici anni, pari alla metà di quanto il paese avrebbe incassato se avesse venduto il petrolio.

Per raccogliere le donazioni internazionali, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) ha
istituito un fondo fiduciario. La donazione di 34,5 milioni di euro promessa da Berlino, però, è stata effettuata direttamente per dare la possibilità al governo ecuadoriano di investire fin da subito in progetti per la conservazione del parco e sostenere le popolazioni locali. Al fondo ha contribuito anche l’Italia con una promessa di 35 milioni di euro.

Finora il fondo ha ricevuto donazioni per 200 milioni didollari (151 milioni di euro)  dei 300 promessi prima del contributo tedesco. Lo sfruttamento del giacimento petrolifero comporterebbe, tra le altre cose, l’emissione in atmosfera di oltre 407 milioni di tonnellate di CO2.

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