Popoli indigeni

Via le ruspe dall’Amazzonia. La foresta degli indigeni Munduruku è ancora in pericolo

In Brasile le foreste abitate dagli indigeni Munduruku rischiano di essere rase al suolo per far spazio a 42 centrali idroelettriche.

Un’ampia area di foresta Amazzonica e i suoi abitanti, umani e non, sono in pericolo, minacciati da quello che siamo soliti chiamare “progresso”. Il progresso in questo caso ha le fattezze di quarantadue centrali idroelettriche che potrebbero sorgere nella valle del fiume Tapajós, nel cuore selvaggio dell’Amazzonia.

Rappresentante del popolo Munduruku
I Munduruku sono un gruppo etnico nativo del Brasile, attualmente la popolazione sarebbe composta da circa 12mila individui, la cui sopravvivenza è minacciata dalla costruzione di numerose dighe (Photo by Taylor Weidman/LightRocket via Getty Images)

Figli della foresta

In quest’area vivono da innumerevoli generazioni i Munduruku, gruppo etnico composto da circa 12mila individui che vive in armonia con la foresta, sostentandosi con le risorse che ha da offrire. La costruzione delle dighe nelle loro terre ancestrali costituirebbe una condanna senza appello per i Munduruku e per la straordinaria biodiversità che abita questi luoghi.

La vittoria contro la diga di Tapajós

Lo scorso agosto l’Istituto brasiliano delle risorse naturali rinnovabili e ambientali (Ibama) ha reso noto che non sarebbe stata realizzata la diga idroelettrica di São Luiz do Tapajós, il progetto non ha superato la Valutazione di impatto ambientale. La diga sarebbe dovuta essere una delle più grandi del Brasile e avrebbe deviato il corso del fiume Tapajós, inondando oltre 700 chilometri quadrati di foresta. La grande vittoria è stata però solo momentanea per i Munduruku, le cui terre rischiano ora di essere sommerse da altre dighe.

Bradipo tridattilo in Brasile
Esemplare di bradipo tridattilo (Bradypus tridactylus), una delle specie animali che compone la ricchissima e preziosa biodiversità della foresta Amazzonica (Photo by Jeff Hutchens/Getty Images)

La parola al governo brasiliano

Affinché questo popolo possa effettivamente sentirsi al sicuro, circondato dal grembo umido e fertile della foresta pluviale, occorre che il governo brasiliano riconosca ufficialmente l’area del fiume Tapajós come terra ancestrale dei Munduruku, confermando la decisione del Funai. Tale decisione, fondamentale per futuro della foresta Amazzonica, e di riflesso per l’intero pianeta, è attesa nei prossimi giorni.

Il sostegno di Greenpeace

Greenpeace è a fianco dei Munduruku in questa lotta e sta facendo pressione sul governo brasiliano per spingerlo a prendere la giusta decisione. La ong ambientalista, che da mesi sta protestando al fianco dei nativi, ha lanciato una petizione per chiedere al Brasile di riconoscere ai Munduruku l’autorità su queste terre e garantire per sempre la loro protezione.

Deforestazione dell'Amazzonia brasiliana
L’Amazzonia brasiliana, la più grande estensione al mondo di foresta primaria, si sta gradualmente e inesorabilmente assottigliando a causa della deforestazione (Photo by J R Ripper/Brazil Photos/LightRocket via Getty Images)

Un solo pianeta

La battaglia contro la costruzione di decine di centrali idroelettriche non riguarda solo i Munduruku, coinvolge tutti noi. La foresta Amazzonica viene considerata il polmone della Terra, questa immensa distesa verde, che copre una superficie pari al 42 per cento di quella dell’Europa, fornisce infatti al pianeta intero aria pulita e assorbe enormi quantità di CO2, ecco perché la foresta dei Munduruku è la nostra foresta e da essa dipende il nostro futuro.

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