Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Editoria e giornalismo ambientale. 100 anni di storia
Nella splendida cornice di Cassina Anna a Milano,
Curata dalla casa editrice Carabà, l’esposizione ‘Editoria e giornalismo ambientale, 100 anni di storia’ (che s’inaugurata domenica 15, in visione fino a sabato 21 settembre) permette di rivedere le riviste storiche nel campo dell’ecologia e ricostruisce l’evoluzione del messaggio ambientale in Italia.
Si possono così leggere, vedere, toccare alcuni articoli d’epoca: come quello di Corrado Ricci, pubblicato su Emporium nel 1905. Ricci, critico d’arte popolare e discusso (una sorta di Vittorio Sgarbi dell’epoca), in “Per la bellezza artistica d’Italia” ripercorre le vicende delle tre prime battaglie ecologiste: la lotta per la salvaguardia delle cascate delle Marmore, quella contro il tentativo di distruzione delle mura di Lucca e quella in opposizione al taglio della storica pineta di Ravenna.
Si possono poi ammirare i bellissimi volumi “Il Bosco, il Pascolo, il Monte” e “Il Bosco contro il Torrente”,
distribuiti gratuitamente dal Touring Club Italiano ai propri già oltre 100.000 soci nel 1911 e 1912.
E ancora: si rivisitano le appassionate denuncie di Antonio Cederna a partire dal 1950 e si sfoglia il libro-choc “Primavera silenziosa” di Rachel Carson, che portò all’abolizione dell’uso del DDT in agricoltura: il libro prospettava, se fosse proseguito l’uso indiscriminato di antiparassitari chimici in agricoltura, la morte per avvelenamento di tutti i volatili, che avrebbe portato a spettrali “primavere
silenziose”.
La sezione intitolata “La stampa quotidiana da Seveso alla Exxon Valdez (1976-1989)” espone – e fa rileggere – alcuni dei più significativi editoriali pubblicati dai quotidiani italiani. Sulla spinta delle catastrofi ambientali, da Seveso all’affondamento della Amoco Cadiz, dall’invasione delle alghe in Adriatico alle alluvioni periodiche, da Chernobyl al naufragio della Exxon Valdez, si “svegliano” i quotidiani.
La questione ambientale, con gli anni ’80, conquista le prime pagine ed evolve. La stampa compie una profonda trasformazione contenutistica in ambito ecologico: al posto delle tradizionali emergenze circoscritte territorialmente, i giornali si occupano degli squilibri planetari, delle variazioni climatiche, dei limiti dello sviluppo umano, dei rapporti tra economie industriali e del Terzo Mondo, della scarsità di risorse energetiche.
Editoria e giornalismo ambientale. 100 anni di storia
15 – 21 settembre 2002
Biblioteca di Cassina Anna
Via S. Arnaldo 17 – Milano
Tel: 02 88465800.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La siccità continua, sempre più vicino il “giorno zero” per Città del Messico. Ma nelle altre città la situazione non è migliore.
È la domanda che ci ponete più spesso. Abbiamo provato a dare alcune risposte e a dare delle buone ragioni per investire in brand etici.
In un mondo in cui 2 miliardi di persone non hanno accesso quotidiano ad acqua potabile, l’inquinamento idrico è una piaga da debellare: come si può fare?
Con l’arresto di due politici e un ex capo di polizia i giudici brasiliani muovono i primi passi per fare chiarezza sulla vicenda di Marielle Franco, accogliendo la richiesta di giustizia della società civile.
Caldo e assenza di neve stanno trasformando le gare di Coppa del mondo di sci. Che ora deve reinventarsi per evitare di essere consegnata agli archivi di storia dello sport.
Con il Club alpino italiano (Cai) raccontiamo le sfide e opportunità delle terre alte, da un approccio più consapevole alla loro tutela e valorizzazione.
Gli orsi nel nostro paese sono una specie a rischio. I motivi? Leggi non rispettate o poco conosciute. E una sempre più palese mancanza di coscienza ambientale.
La montagna va ascoltata la tecnologia può aiutare: è la ricetta di Gianfranco Pederzolli, presidente dei consorzi di bacino imbrifero montano.