Fatih Birol: “Dico la mia su rinnovabili, nucleare e tasse”

Esclusiva LifeGate: intervista all’economista-capo della International Energy Agency. Un’intervista per certi aspetti “scomoda”, ma decisamente autorevole e giornalisticamente interessante.

Ci sono verità sconvenienti sull’energia. E nuovi,
affamati protagonisti si affacciano sulla scena mondiale. Cosa
succederà nei prossimi 25 anni? Quale ruolo giocheranno le
energie rinnovabili? L’abbiamo chiesto a Fatih Birol, uno degli
economisti di punta dell’Agenzia Internazionale dell’Energia,
nonché il principale autore del World Energy Outlook: uno
degli studi più autorevoli sugli scenari energetici futuri.
Gianluca Cazzaniga l’ha intervistato a margine d’una recente
conferenza sull’energia a Bruxelles.

Quali sono le verità sconvenienti
sull’energia?
La sicurezza energetica e i cambiamenti
climatici sono le sfide cruciali, le “minacce gemelle” per il
genere umano. Col passare del tempo una grande fetta del gas e del
petrolio che consumiamo sarà fornita da pochissimi paesi del
Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. E questi paesi avranno
sempre più voce in capitolo sui prezzi degli idrocarburi.
Inoltre, se non cambiamo le attuali politiche energetiche, nei
prossimi 25 anni la temperatura della Terra aumenterà fino a
6 gradi centigradi, con conseguenze catastrofiche per gli esseri
umani e per le altre specie viventi.

Secondo le sue stime, la domanda mondiale di energia
raddoppierà entro il 2020. Come si può gestire il
problema?
Il problema principale è la crescita
di Cina e India. Ed è molto difficile dire a questi paesi di
non consumare energia, visto che le nazioni ricche hanno fatto lo
stesso per dare una spinta alla loro crescita economica. Quindi
dobbiamo trovare un modo per convincere Cina e India a usare
l’energia in modo più efficiente, e dobbiamo aiutarli. Senza
contare che anche i paesi ricchi dovrebbero provare a usare
l’energia nel modo più efficiente possibile e passare a
fonti di energia rinnovabile e, in alcuni casi, al nucleare.

Recentemente Claude Turmes, la voce dei verdi europei in
materia d’energia, ha ribadito che le fonti rinnovabili possono
raggiungere almeno il 50% entro il 2050. Lei è
d’accordo?
Oggi le energie rinnovabili rappresentano
solo l’1% circa del mix energetico globale. Il punto di partenza
è molto basso e speriamo che questa fetta aumenti in futuro.
Ma arrivare al 50% è una sfida molto grande in termini di
costi, di tecnologia e, in molti casi, di vento disponibile. Quindi
dovremmo provare ad aumentare la fetta di rinnovabili, ma senza
nutrire sogni troppo ambiziosi.

Quali sono le alternative alle energie
rinnovabili?
Dobbiamo assolutamente sfruttare le fonti
rinnovabili il più possibile, finché ha senso sul
piano economico. Ma ci sono almeno altre due opzioni da tenere in
conto: possiamo migliorare l’efficienza energetica e, in quei paesi
dove è accettabile per l’opinione pubblica, possiamo puntare
sull’energia nucleare.

Quanto deve essere caro il petrolio affinché le
energie rinnovabili diventino convenienti?
Molte
fonti di energia rinnovabile sono già convenienti,
specialmente l’eolico e l’idroelettrico. E molti paesi ne fanno
uso. Ma le energie rinnovabili che possono competere con i prezzi
attuali del petrolio non detengono una grossa fetta del mercato
energetico. Per sfruttare fonti rinnovabili più costose,
bisogna aspettare che i prezzi del petrolio aumentino ulteriormente
o che i governi decidano di introdurre una tassa sulla CO2.

Compagnie petrolifere come la Shell scommettono sul
sequestro della CO2. Cosa ne pensa?
Abbiamo bisogno di
nuove tecnologie. Oggi la cattura e il sequestro della CO2 non
è ancora una tecnologia matura, ma in futuro forse?


Gianluca Cazzaniga

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