“La nostra terra”, una storia di legalità e speranza

Da oggi nelle sale la commedia di Giulio Manfredonia che racconta con il sorriso la storia di una cooperativa sorta su un terreno confiscato alla mafia.

Ci sono storie più difficili da raccontare di altre. Come questa, ambientata in una terra magnifica ma spietata, assoggettata troppo a lungo alla criminalità, è la storia di una terra gravida di sangue e teatro di violenza, fino al giorno in cui qualcuno si è ribellato, è una storia di eroismo e giustizia. Parliamo del nuovo film diretto da Giulio Manfredonia, La Nostra Terra.

 

Stefano Accorsi e Sergio Rubini, protagonisti del film La nostra terra

 

Il film si ispira alla storia di Libera, associazione fondata da Don Luigi Ciotti con l’obiettivo di combattere le mafie promuovendo legalità e giustizia. Libera si occupa di restituire valore e dignità ai terreni confiscati alla mafia, ottenendo prodotti biologici di qualità attraverso metodi rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori. L’associazione di Don Ciotti ha creato una rete di cooperative autonome, in grado di dare lavoro, creare indotto positivo e proporre un sistema economico virtuoso.

 

 

Da qui parte La Nostra Terra, commedia interpretata da Sergio Rubini e Stefano Accorsi, che racconta le vicende di una cooperativa che si occupa della coltivazione di un terreno confiscato alla mafia. Il regista decide di affrontare un tema cupo e difficile con l’umorismo, quasi con un sorriso di scherno, ne esce una commedia brillante che trasmette fiducia e che dà adito a speranze.

 

Stefano Accorsi in una scena del film

 

«Ci ho messo tanto a fare questo film – ha dichiarato Giulio Manfredonia – è stato complicato e faticoso portarlo in fondo ma ci ho creduto molto. Credo che sia una tipo di racconto che ha un’urgenza e una necessità che giustifica il fatto che sia realizzato. È importante perché sviluppa una storia italiana positiva, di gente in gamba, che è poco raccontata». Il film è stato realizzato anche grazie al sostegno del Gruppo Unipol che conferma il suo pluriennale impegno nella lotta contro le mafie, per l’affermazione e la divulgazione della cultura della legalità e del lavoro. Un futuro fatto di giustizia e legalità è stato seminato, ora sta a noi coglierne i frutti.

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