Perché la scienza si prepara a protestare contro Trump

Il 22 aprile 2017 a Washington il mondo della scienza scende in piazza contro Trump per sostenere tutta la ricerca. Anche quella sull’ambiente e sul clima.

Negazionismo climatico, ulteriori investimenti sulle fossili, bavaglio agli scienziati, uscita dall’Accordo di Parigi. Son queste alcune delle mosse paventate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, insediatosi alla Casa Bianca da poche settimane.

women's march washington
La Women’s march a Washington © Adrees Latif/Reuters

E se nei giorni immediatamente successivi al solenne giuramento del tycoon, un mare di donne si sono riversate in strada per la Women’s March, ora pare toccherà al mondo della scienza far sentire la propria voce.

Partito da un post su Reddit, dove si commentava il fatto che dal sito della Casa Bianca fosse scomparsa la pagina relativa ai cambiamenti climatici poche ore dopo il giuramento, il movimento si è ingrandito rapidamente, tanto che in pochi giorni sono nati una pagina Facebook e un profilo Twitter con migliaia di seguaci. Potere delle rete, direbbe qualcuno.

Sta di fatto che il gruppo di organizzatori, viste le crescenti adesioni e richieste di partecipazione, si è riunito decidendo la data del 22 aprile 2017 come quella deputata per la marcia: l’Earth Day, ovvero la giornata mondiale della Terra, quella che ricorda la nascita del movimento ambientalista.

marcia per il clima
L’ultima marcia sul clima. ©Greenpeace

Il mondo della scienza in marcia su Washington

“La March for Science è una celebrazione della nostra passione per la scienza e una chiamata a sostenere e salvaguardare la comunità scientifica”, scrivono gli organizzatori sulla pagina ufficiale. “I recenti cambiamenti politici hanno accresciuto la preoccupazione tra gli scienziati, e il sostegno immediato e incredibile ha reso evidente che queste preoccupazioni sono condivise anche da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo”.

Non si tratterà però di una marcia ambientalista, ma di una protesta che coinvolgerà tutte le discipline scientifiche. “Scienza non silenzio”, è il motto del movimento per protestare contro il Congresso e il Presidente per le chiare posizioni ostili alla scienza, in particolare proprio contro i cambiamenti climatici.

Un oscurantismo che pare fuori dal tempo. “Veniamo da tutte le razze, siamo di tutte le religioni, di tutti i generi, di tutti gli orientamenti sessuali, di tutti gli ambienti socio-economici, di tutti i punti di vista politici e di tutte le nazionalità”, sottolineano gli organizzatori della marcia. “La nostra diversità è la nostra forza più grande: una ricchezza di opinioni, punti di vista e idee fondamentali per il processo scientifico. Ciò che ci unisce è l’amore per la scienza, e una curiosità insaziabile”.

Un movimento che già sta facendo sentire la sua voce sul web. È quanto accaduto ad esempio nel profilo Twitter dell’agenzia federale statunitense per la gestione dei Parchi nazionali, che dopo essere stata redarguita per un cinguettio di troppo, ha iniziato a pubblicare “science fact” su scienza e cambiamenti climatici. Non solo, sempre su Twitter è nato un profilo non governativo chiamato Rouge Nasa, che vuole sfuggire al possibile bavaglio scientifico imposto dal Governo. “Se (quando?) arriverà il momento nel quale la Nasa sarà obbligata a smettere di twittare/condividere informazioni su scienza e cambiamenti climatici, vi informeremo”. La battaglia è appena cominciata.

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