L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Papa Francesco dona l’enciclica per l’ambiente a Donald Trump
Papa Francesco ha ricevuto Donald Trump in Vaticano. Dopo un colloquio di 30 minuti gli ha regalato l’enciclica sull’ambiente, sulla cura della casa comune.
Un colloquio di mezz’ora, a porte chiuse, dove papa Francesco ha deciso di tentare l’ultima carta per cercare di entusiasmare il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump e convincerlo ad accettare una volta per tutte l’idea di occuparsi anche dell’ambiente e restare nell’Accordo di Parigi, il trattato globale contro i cambiamenti climatici firmato dall’intera comunità internazionale alla Cop 21 del 2015, Stati Uniti compresi, ed entrato in vigore il 4 novembre 2016. Dev’essere andata pressappoco così l’incontro tra il capo della Chiesa cattolica e il presidente americano. Un incontro che potrebbe dare spunti interessanti anche al regista premio Oscar Paolo Sorrentino alle prese con la realizzazione di The new Pope, il seguito della serie tv di successo The young Pope.
I regali del Papa a Trump
Al termine del colloquio, Trump – da sempre scettico sul global warming e decisamente conservatore, quasi reazionario in campo ambientale – è uscito con in mano i testi di tre encicliche: l’Evangelii gaudium, l’Amoris laetitia e, dulcis in fundo, la Laudato si’, l’enciclica sull’ambiente che contiene un doppio appello a “proteggere la casa comune”, controllando il riscaldamento globale, ma anche a cambiare il modello di sviluppo, in favore dei più poveri, per uno sviluppo sostenibile e circolare. Un bel regalo, non c’è che dire, e un gesto che solo una personalità del calibro di Francesco poteva permettersi di fare senza provocare reazioni incontrollabili da parte di Trump.
L’irruzione di Greenpeace in Vaticano
Alla vigilia del colloquio, alcuni attivisti di Greenpeace hanno fatto irruzione in Vaticano e proiettato sulla cupola della basilica di San Pietro la scritta verde “Planet Earth first”, prima la Terra, parafrasando lo slogan usato da Trump durante la campagna elettorale “America first”, prima l’America. Un’irruzione permessa dalla polizia vaticana che “tenuto conto della non pericolosità dell’iniziativa, hanno tollerato e tenuto sotto controllo, solo per pochi istanti per poi procedere a loro carico, previa identificazione di tutti i presenti”, otto.
“I cambiamenti climatici sono la minaccia che più tocca la nostra generazione, per questo i veri leader mondiali si stanno impegnando per salvaguardare il nostro futuro. Trump non può sfuggire a questa responsabilità rinnegando l’impegno degli Stati Uniti preso a Parigi” ha reso noto Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International. “Prima dell’incontro con il Papa abbiamo voluto consegnare questo messaggio a Trump, convinti che la sua prima priorità debbano essere le persone e il pianeta, non il profitto di chi inquina. Il presidente non può fermare la transizione verso fonti di energia pulita e deve invece accelerarla”.
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