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Raccolte 60mila firme per fermare il massacro nelle Isole Faroe
Le 60mila firme, raccolte dalla petizione che lancia su Change.org: “Stop alla strage di balene nelle isole Faroe #GrindStop”, sono state consegnate al sottosegretario con delega agli Affari europei, Benedetto Della Vedova, che si è impegnato a rappresentare questa protesta presso il governo delle isole Faroe, arcipelago nell’oceano Atlantico, nazione costitutiva del Regno di Danimarca.
Le 60mila firme, raccolte dalla petizione che lancia su Change.org: “Stop alla strage di balene nelle isole Faroe #GrindStop”, sono state consegnate al sottosegretario con delega agli Affari europei, Benedetto Della Vedova, che si è impegnato a rappresentare questa protesta presso il governo delle isole Faroe, arcipelago nell’oceano Atlantico, nazione costitutiva del Regno di Danimarca.
Da secoli, nelle isole Faroe, per tradizione, sono uccise intere famiglie di balene in uno spettacolo tradizionale crudele e sanguinario. Gli abitanti dell’isola spingono gli animali nelle insenature della costa e questi, trovandosi incastrati, raggiungono la spiaggia. Altre volte sono gli uomini, mediante un uncino, a trascinarli fino alla riva. Qui, comunque vi arrivino, sono uccisi, sotto gli occhi di tanti spettatori, bambini inclusi.
Ogni estate si ripete il massacro delle balene pilota nelle isole Faroe nonostante le convenzioni internazionali per la difesa dei cetacei cui l’Italia ha sempre dato un deciso sostegno. Per questo ho promosso una petizione indirizzata al nostro ambasciatore in Danimarca che in pochi giorni ha raggiunto decine di migliaia di adesioni fino al traguardo finale di 60 mila firme. A sostenerla anche Teleambiente che ha partecipato alla consegna delle firme.
Proprio l’Italia ha promosso il santuario dei cetacei di cui ho personalmente inaugurato la sede a Genova. Sono soddisfatto dell’impegno ad accogliere la richiesta di tutti questi cittadini e inoltrare questa protesta presso il governo delle Isole Faroe. Non si può continuare in queste pratiche crudeli e per di più ai danni di specie protette, invocando la tutela delle tradizioni. Anche schiavitù e tortura erano tradizioni antiche ma oggi li consideriamo crimini.
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