Expo 2015

20 nuovi presìdi italiani Slow Food al Salone del Gusto

In occasione dell’edizione 2014 del Salone di Gusto e Terra Madre, previsto dal 23 al 27 ottobre al Lingotto di Torino, debutteranno venti nuovi presìdi italiani Slow Food. Si va dal melo decio di Belfiore (Veneto), la cui origine è antichissima e i cui frutti sono da consumare in pieno inverno, perché al momento della

In occasione dell’edizione 2014 del Salone di Gusto e Terra Madre, previsto dal 23 al 27 ottobre al Lingotto di Torino, debutteranno venti nuovi presìdi italiani Slow Food. Si va dal melo decio di Belfiore (Veneto), la cui origine è antichissima e i cui frutti sono da consumare in pieno inverno, perché al momento della raccolta sono troppo acidi, alla cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto (Piemonte), dolcissima e che si conserva nei mesi, fino al curioso vinsanto affumicato dell’Alta Valle del Tevere (Umbria), la cui produzione è legata a quella del tabacco locale.

 

I presìdi sono progetti della Fondazione Slow Food per la Biodiversità che salvano prodotti artigianali, razze autoctone, varietà vegetali e tecniche a rischio di estinzione. Protagonisti dei Presìdi sono piccoli agricoltori, pescatori, norcini, pastori, casari, fornai, pasticceri.

 

Le 20 new entry italiane del 2014 sono: fagiolo rosso scritto del pantano di Pignola (Basilicata), pera Signora della Valle del Sinni (Basilicata), soppressata e salsiccia del Vallo di Diano (Campania), rosa di Gorizia (Friuli Venezia Giulia), lenticchia di Rascino (Lazio), fagiolone di Vallepietra (Lazio), fagiolina di Arsoli (Lazio), chiacchietegli di Priverno (Lazio), giglietti di Palestrina (Lazio), carema (Piemonte), cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto (Piemonte), sospiro di Bisceglie (Puglia), vinosanto affumicato dell’Alta Valle del Tevere (Umbria), cavolo vecchio di Rosolini (Sicilia), fava cottoia di Modica (Sicilia), fava larga di Leonforte (Sicilia), pesca nel sacchetto (Sicilia), albicocca di Scillato (Sicilia), melo decio di Belfiore (Veneto), e stortina veronese (Veneto).

 

Foto in evidenza  © esploraegusta.it

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