Allergie o intolleranze alimentari?

Gli alimenti e lo stile di vita: le cause di allergie e intolleranze.

Gli alimenti, con il progredire dell’industrializzazione, hanno
perso in gran parte le loro caratteristiche originarie: sono mutate
le modalità di coltivazione, i processi produttivi e le
tecniche di conservazione. Agli alimenti vengono addizionati
conservanti, coloranti, antiossidanti, rinforzanti del sapore con
la finalità di migliorarne l’aspetto e il gusto.

Anche l’abitudine a una minore frequenza di allattamento al seno
può creare i presupposti per una sensibilizzazione nei
confronti di antigeni alimentari, in quanto l’apparato
gastroenterico nei primi mesi di vita non ha ancora raggiunto una
piena maturità funzionale.

L’incremento recente delle allergie respiratorie trova come
concausa frequente la presenza contemporanea di intolleranze
alimentari e dell’alterazione del normale equilibrio della flora
batterica intestinale (disbiosi intestinale).

L’allergia è semre definita e identificata dalla presenza di
un elevato titolo di Immunoglobuline E (IgE) nei confronti di un
allergene, ma non può rendere ragione da sola della
complessità dei segni e dei sintomi che a volte coinvolgono
più apparati dell’organismo. E’ necessario quindi inquadrare
il fenomeno delle allergie e delle intolleranze alimentari in un
modello di diagnosi integrata, olistica.
L’allergia comporta disturbi che si manifestano entro poco tempo
dall’assunzione di un dato alimento o gruppo di alimenti. In genere
la reazione più frequente interessa il cavo orale, il canale
digestivo, la cute o l’apparato respiratorio.La conseguenza
più temibile dell’allergia alimentare è l’anafilassi:
una grave reazione sistemica che può avere esito fatale
senza terapia immediata.

Le intolleranze alimentari sono dose-dipendenti, non IgE mediate;
possono essere causate da un difetto enzimatico o da sostanze
presenti negli alimenti stessi o prodotte dall’intestino a partire
dagli alimenti con funzione farmacologicamente attiva. Inoltre la
disbiosi intestinale è una condizione favorente lo sviluppo
di intolleranze.

Il contatto con metalli pesanti, conservanti, additivi, tossici non
biodegradabili, radicali liberi, può essere determinante nel
cambiamento della presentazione dell’antigene alimentare o
respiratorio a livello delle rispettive mucose e avviare
così una reazione immunitaria con liberazione di istamina.
Essa è responsabile del mantenimento di uno stato
infiammatorio anche a distanza, sia nei fenomeni allergici che
nelle intolleranze.

Nel caso in cui sia difficoltoso identificare e riconoscere subito
la presenza di ipersensibilità alimentare è molto
utile ridurre il livello di istamina introdotta (dieta
ipoistaminica). Il perpetuarsi dell’introduzione dell’alimento a
rischio di intolleranza provoca l’indebolimento dei meccanismi di
difesa, cioè la cosiddetta tolleranza orale dell’alimento;
s’instaura così un circolo vizioso in quanto l’infiammazione
persistente della mucosa intestinale ne aumenta la
permeabilità e facilita il passaggio di altri alimenti che a
loro volta provocheranno flogosi.

L’introduzione di un alimento verso il quale si instaura
intolleranza agisce come una vera e propria intossicazione
progressiva, lenta ad instaurarsi e con segni e sintomi subdoli
anche a distanza.
Perciò, dal momento che la via attraverso cui si manifesta
una intolleranza può essere immunitaria (IgA / IgG mediata
), ma anche di tipo metabolico, endocrino, neurologico, si spiega
la comparsa di svariati sintomi come cefalea, insonnia, ansia,
disturbi intestinali ( colite, stipsi, diarrea , gonfiori ) dolori
premestruali, disturbi dell’umore, dolori articolari,
obesità, che la caratterizzano.
Le cause iniziali di questo graduale processo di sensibilizzazione
possono essere la precoce introduzione nell’alimentazione del
lattante di latte vaccino e derivati, l’uso prolungato di
antibiotici, le infezioni batteriche, virali o parassitarie a
carico dell’intestino, o stress emotivi.

dott.ssa Silvana Armitano

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