Bob Dylan ci riprova con Self Portrait

Il disco Self Portrait, uscito nell’estate del 1970,

Dopo l’incidente in moto del 1966 che lo tenne lontano dal mondo
musicale per quasi 2 anni (in verità in quei due anni era
impegnato a scrivere e incidere con la The Band numerose canzoni
confluite poi in The Basement Tapes e vari
bootlegs), Dylan
tornò ufficialmente con LP John Wesley
Harding
, molto apprezzato e considerato uno dei
migliori album della storia del rock
. Nel 1969 seguì
Nashville Skyline, che già contribuì
a creare un po’ di confusione nei fan e nella critica a causa di
alcuni cambiamenti di vocalità e composizione. Ma a giugno
del 1970 arrivò Self Portrait e la
confusione si trasformò in decisa irritazione. Il disco fu,
infatti, il primo ad essere aspramente criticato sia dalla stampa
musicale che dai fan più fedeli: Robert
Christgau
gli assegnò “C+” (appena sufficiente) su
Village Voice, mentre per gli altri giornalisti
musicali il disco era “un lavoro assolutamente mediocre”, “un album
orribile” fino ad arrivare alla
famosa recensione di Greil Marcus per la
rivista Rolling Stone, il cui incipit suona
così: “What is this shit?!?!”.

In effetti il disco pare più un esperimento, quasi uno
scherzo, e in molte interviste degli anni successivi, lo stesso Bob
Dylan ha dichiarato che Self Portrait era più che altro
scaturito dalla necessità di allontanare e allontanarsi dai
fan (che avevano raggiunto livelli di morbosità esasperante
nei suoi confronti), dalla voglia di distaccarsi dalle definizioni
che lo intrappolavano in una precisa categoria e, soprattutto,
dall’etichetta di “portavoce di una generazione intera”. Già
nel 1970 Bob Dylan metteva le mani avanti, affermando che la forza
del disco si sarebbe colta negli anni successivi. Ora che ne sono
passati quarantatré, Dylan deve aver pensato che finalmente
i tempi sono maturi, tanto da riproporre addirittura versioni
alternative tratte dalle session di registrazione di quell’album in
una nuova raccolta in uscita il 27 agosto prossimo.

Another Self Portrait (1969-1971), il decimo
capitolo delle Bootleg Series di Dylan,
sarà disponibile in versione standard, un doppio cd
che includerà 35 rarità e incisioni inedite
effettuate dal cantautore tra il ’69 e il ’71, e in versione
deluxe
, un cofanetto con 4 cd che includerà anche
l’intera performance di Dylan con The Band allo storico Festival
dell’Isola di Wight del 31 agosto 1969 (anch’essa poco felice),
oltre alla versione rimasterizzata dell’intero Self Portrait con la
tracklist originale e due libri contenenti “note d’accompagnamento
revisionistiche” (come vengono definite sul
sito ufficiale di Bob Dylan) scritte da… proprio lui:
Greil Marcus, che nel frattempo ha decisamente modificato la
propria posizione nei confronti del disco. Tra le altre cose,
infine, Bob Dylan ha realizzato un nuovo dipinto per la copertina
di questo nuovo volume.

Bob Dylan sarà, poi, in Italia in un tour europeo dal vivo
che toccherà anche l’Italia per sei date: il 2, 3 e 4
novembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 6 e 7 novembre
all’Atlantico di Roma, l’8 novembre al Gran Teatro Geox di
Padova.

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