I suoni che diventano sculture

Visualizzare la musica non sembra più solo una consuetudine asettica, attraverso lo schermo di un computer o di un lettore multimediale, ma una vera e propria esperienza sinestetica alla portata di tutti. Da oggi, ogni genere di musica, canzone e suono, un discorso poetico o il gemito di un neonato, può diventare un oggetto di

Visualizzare la musica non sembra più solo una consuetudine asettica, attraverso lo schermo di un computer o di un lettore multimediale, ma una vera e propria esperienza sinestetica alla portata di tutti. Da oggi, ogni genere di musica, canzone e suono, un discorso poetico o il gemito di un neonato, può diventare un oggetto di design.

La piattaforma newyorkese Reify, fondata dalla designer, sociologa e storica dell’arte Allison Wood, ha sviluppato un software che rende la musica materica, tramutando le onde sonore di qualsiasi fonte in sculture di bronzo, plastica o addirittura guscio di cocco che vengono stampate in 3d. Il programma ideato dal team della Wood sarebbe in grado di analizzare lo stato d’animo, il carattere e il colore ipotetico della sorgente audio per generare stampe 3d dalle geometrie sinuose, che si possono vedere, toccare e conservare. In questo modo qualunque ricordo, anche il più effimero, potrebbe trasformarsi in un oggetto reale senza tempo.

 

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Ma non è tutto. Reify ha realizzato anche una app in realtà aumentata per smartphone che, con un processo inverso, scansiona le sculture convertendole nuovamente in audio. La realtà aumentata rende queste ultime dinamiche e interattive, arricchendole di informazioni e contenuti virtuali che non sarebbero percepibili con i cinque sensi. Le sculture prendono quindi vita e suonano la traccia da cui hanno avuto origine.

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