Kruder and Dorfmeister

Lo storico duo austriaco Kruder and Dorfmeister, definito padre del movimento downbeat-chill out grazie ai due album seminali “G-Stoned” (1996) e “K&D Sessions” (1998), hanno da poco pubblicato “Sixteen F**king Years of G-Stone Recordings”, una doppia compilation per festeggiare i sedici anni di attività della loro label discografica G-Stone (che vede nel roster Peace Orchestra, Tosca,

Lo storico duo austriaco Kruder and Dorfmeister, definito padre del movimento
downbeat-chill out grazie ai due album seminali “G-Stoned” (1996) e
“K&D Sessions” (1998), hanno da poco pubblicato “Sixteen
F**king Years of G-Stone Recordings”, una doppia compilation per
festeggiare i sedici anni di attività della loro label
discografica G-Stone (che vede nel roster Peace Orchestra, Tosca,
Dj Dsl, Makossa Megablast, …).

Kruder e Dorfmeister, inoltre, hanno pensato bene di esibirsi
nuovamente in “The Anniversary Session”, uno spettacolo sospeso tra
djset, performance live (vista la presenza dei due MCs Earl Ginger
e Ras MC T-Weed) e visual show, con gli effetti luce e le immagini
tridimensionali di Fritz Fitzke. LifeGate non si è persa
questo show dal grande impatto, (in)seguendo i due durante la loro
data romana, tenutasi il 13 luglio nella suggestiva location di
Villa Ada.

Il microfono era quello del nostro inviato Massimo
Andreozzi…

Cosa è cambiato nella scena musicale downtempo
ed in quella dance durante questi anni e cosa è cambiato nel
vostro approccio alla musica?

Dorfmeister: Il nostro approccio iniziale non è
cambiato perché siamo sempre stati in cerca di musica di
qualità. Durante questi anni sicuramente gli stili sono
cambiati e abbiamo assistito alla nascita di nuovi generi, come la
drum’n’bass negli anni ’90. La drum’n’bass fino ad oggi è
stata la novità più importante, che ha dato molto sia
a noi che al pubblico dance.

Come definireste la vostra musica?

D: …suono K&D!

Molti artisti di matrice downtempo come Cinematic
Orchestra, Nostalgia 77 ed Herbalizer hanno trasformato il loro
suono assoldando vere e proprie live band. Anche voi pensate di
seguire questa tendenza?

Kruder: No. La nostra concezione della musica ci porta a
produrla come se fossimo in studio. Ci piace l’idea di remixare
live i nostri pezzi e di lavorare con due mcs per rendere lo show
più completo. Non ci sono musicisti sul palco oltre a noi
due.

Avete pubblicato una doppia compilation per
festeggiare i 16 anni della vostra etichetta G-Stone. Perché
proprio 16 anni?

D: Perché suonava meglio “sedici” di “quindici”,
“dieci” o “venti”. Ci piaceva “sedici” perché nessuno ha mai
pensato di festeggiare un anniversario con il numero “sedici” o
“diciotto” per esempio (ride). Era un numero tondo e ci ha
convinto.

Pensate che album come G-Stoned e K&D Sessions possano
ancora avere un appeal per gli amanti della buona
musica?

D: Il successo di K&D Sessions è stato
interplanetario, con pezzi che sono entrati nella testa di un
pubblico molto vasto. Oggi la platea si è rinnovata,
così abbiamo pensato di proporre nuovamente la nostra musica
con qualche modifica. Forse qualcuno dei nostri fan si è
invecchiato (ride), ma penso che chi ha amato la nostra musica
allora la amerà anche oggi!

È cambiato il dancefloor in 16 anni?

K: Sì e no. Il dancefloor continua ancora a ballare
sulla house music, ma oggi i djs possono essere apprezzati anche
per djset più particolari, come i nostri, in cui c’è
la possibilità di esprimersi attraverso un mix di generi
musicali diversi per evitare i dettami più rigidi della club
culture.

Ma pensate che le persone che vengono a vedere un vostro
djset o una vostra performance vogliono qualcosa in più
rispetto al passato?

D: In realtà penso che siamo noi a volere qualcosa di
più. Avremmo potuto riproporre il nostro solito djset senza
lo spettacolo di luci e visual e credo che la cosa avrebbe
funzionato lo stesso perché siamo ben rodati. Questo show
è una grande prova e lo abbiamo voluto soprattutto per
noi.

Perché nella vostra musica è così
importante il dub (effetto musicale che enfatizza le linee di
basso, molto usato nella musica reggae – ndr -)? Che cosa vi
affascina di questo suono?

D: Quando tu processi un suono attraverso un filtro dub ti
trovi spesso di fronte ad un risultato inaspettato. Il suono
diventa per certi versi qualcosa di non programmato ed insolito. Mi
piace questa specie di viaggio nell’ignoto che si fa attraverso il
dub!

Ci sono musicisti italiani del passato o di oggi che
apprezzate?

D: Certo! Mi piace molto Tullio de Piscopo…

K: …e a me Adriano Celentano. Ciao Adriano!

 

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