L’arte di leggere ad alta voce

Alcune riflessioni sulla figura del leggistorie: colui che legge con calore e professionalità e invoca immagini magiche nell’animo dell’ascoltatore.

Perché leggere a voce alta?
Per la meraviglia!

Pennac, 1993

Il leggistorie è anzitutto un esempio gioioso dell’amore per
la lettura. Un modello capace di portare testimonianza attraverso
l’essere e il fare. Un animatore passionale, che in modo
appassionato comunica una passione.

Il leggistorie è anche un incantatore che
sa trasformare dei simboli in suoni, emozioni e immagini. Un
incantatore è simile ad uno stregone o ad un alchimista e
come tale deve conoscere le tecniche della metamorfosi,
perché gli aridi e morti segni d’inchiostro stampati sulle
bianche pagine prendano vita e risuonino negli antri nascosti
dell’animo dell’ascoltatore.

Il lettore compie un’opera di interpretazione che permette ad
ogni lettura del medesimo testo di essere nuova, quindi unica. Ecco
che un bambino dopo l’ascolto di Cappuccetto
Rosso
(fiaba ascoltata e riascoltata dozzine di volte)
può dire: “non l’avevo mai sentita!” (da leggersi:
“così non l’avevo mai sentita”).
La lettura ad alta voce fa emergere il grande valore sonoro della
parola, con la sua capacità di evocare suoni, sensazioni
(visive, tattili, olfattive, gustative, propriocettive) e stati
mentali (affetti, emozioni, ecc.).

Perché la lettura sia efficace è importante, che
venga praticata in una modalità che ne valorizzi e comunichi
il senso emotivo-affettivo, con un consapevole e competente
utilizzo della voce e del corpo e all’interno di una situazione
rituale
(come è rituale l’orizzonte in cui si
colloca la mamma che legge al bimbo nel silenzio della sera, alla
fioca luce di una lampada, in un intenso contatto sensuale con il
bimbo).

Il leggistorie è inoltre un facilitatore della relazione
bambino-libro…

 

Il leggistorie è inoltre un facilitatore della relazione
bambino-libro. Egli permette l’accesso del bambino in età
prescolare al mondo delle fiabe e libera il più grande dal
peso della lettura silenziosa, permettendogli una piena adesione
affettiva. Il lettore affascina dando vitalità e coloritura
al testo, facendolo letteralmente parlare.
Il lettore comunica inoltre che la magia che si sta compiendo
è ripetibile, perché attinta da un contenitore, il
libro, che è accessibile a tutti. Il leggistorie è
dunque uno strano stregone, che nell’agire la propria magia, ne
svela una parte agli altri.

La sensualità della relazione lettore-ascoltatore si
realizza all’interno di una relazione di profondo ascolto. Un
ascolto non passivo, ma profondamente attivo, che mette in gioco le
capacità superiori dell’individuo: attenzione,
concentrazione, memoria, pensiero logico, costruzione di immagini
mentali, elaborazione dei vissuti emotivi a partire dagli stimoli
corporei.
Attraverso l’ascolto si incontrano due mondi: da un lato quello
esterno, del testo e del contesto, dall’altro il mondo interno,
quello sterminato territorio che definisce l’individualità
dell’ascoltatore, fatto di esperienze, conoscenze, competenze,
credenze, fantasie, emozioni, desideri, ecc. Da questo incontro
può nascere il nuovo, la dimensione
creativa
, la scintilla della
trasformazione
.

Cosa accade, per esempio, ad una classe di ragazzi di quinta
elementare durante una sessione di lettura ad alta voce?. Al
momento dell’accoglienza il leggistorie è un po’
disorientato. Immagina che questa volta sarà un incontro
lungo e faticoso quella che lo aspetta, di fronte a quarantadue
ragazzi di 11 anni, estremamente vivaci, vogliosi di rincorrersi
più che di ogni altra cosa e apparentemente poco abituati a
porsi in ascolto. Le premesse non sono certo felici, il setting
difficoltoso, soprattutto per la numerosità del gruppo.
Starà a lui porre in essere tutte le strategie possibili per
non “perdere” gli ascoltatori, per catturarli nel vortice della
parola. I sui interlocutori, cosa gli permetteranno!?.

Il leggistorie si presenta, racconta il mito della nascita della
biblioteca, drammatizza le vicende, dà vita ai personaggi,
usa la voce come un mantice che avvolge l’uditorio in una nebbia
fitta e calda. Non male sinora. I ragazzi partecipano, si
interessano, qualcuno si distrae sensibilmente, sono davvero
troppi, non era previsto. E allora eccovi un turbine di emozioni:
paura, rabbia, gioia, tristezza, sorpresa. Eccole attraverso i
gesti, la voce, il
corpo in movimento
.
Il leggistorie si avvicina ai ragazzi più isolati, sorride
loro. Al termine del racconto scatta l’applauso, un coro inneggia
al leggistorie, qualcuno si complimenta con spontaneità
commovente. Il gruppo pare “entrato”. E’ stimolato, incuriosito,
interessato, ma non ancora ammaliato. E’ allora il momento della
lettura
. Il trono del leggistorie è pronto, gli
antichi trucchi per l’ascolto comunicati, la campana suonata…ed
ecco la vera magia, l’inatteso, l’insperato. Quaranta ragazzi di 11
anni, incantati come di fronte ad un mago, un orco, un folletto.
Ottanta occhi spalancati, puntati verso il cielo, dove una voce da
vita ad un testo.

Ivan
Sirtori

 

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