La forza dell’abbraccio: un gesto che può cambiare la vita

Intervista a Pietro Abbondanza che sta diffondendo in Italia il movimento Free Hugs, abbracci liberi, e divulgando una nuova visione della realtà.

Pietro Abbondanza è il creatore, nel 2003, del sito
www.stazioneceleste.it un punto di riferimento per
l’informazione sulla nuova spiritualità che ospita circa
2.500 visitatori giornalieri, ideatore del sito www.abbracciliberi.it, ha dato un importantissimo
contributo alla diffusione dell’iniziativa del Free Hugs
in Italia.
Dal 2001 ha avuto un risveglio spirituale di coscienza e in
conseguenza di ciò ha lasciato il lavoro da ingegnere per
dedicarsi attraverso la rete alla divulgazione informazioni su un
diverso modo di percepire tutto ciò che sentiamo fuori e
dentro di noi, frutto di una nuova visione “spirituale” ma non
religiosa della realtà.

Da chi è nata l’idea del fenomeno
abbracci?

L’idea è nata in Australia da Juan Mann, un giovane che ha
avuto l’ispirazione di andare in giro con un cartello con la
scritta Free Hugs (abbracci liberi), questa iniziativa
è stata però boicottata dalla polizia e dalla
amministrazione locale che ne ha vietata la campagna di diffusione.
La cosa sorprendente è che nel giro di pochissimo tempo
10.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere di anare il
provvedimento. Nel settembre 2006 il filmato sugli abbracci di Juan
Mann viene messo on-line sul sito www.youtube.com raggiungendo in un mese 4
milioni download, a quel punto molti lo hanno emulato e il
movimento degli abbracci si è diffuso nel mondo.

Tu come ne sei venuto a conoscenza?
Una mia amica inglese mi ha inviato il video, io mi sono subito
entusiasmato di questa iniziativa e poiché in Italia non si
era ancora divulgata ho pensato di farla partire a Milano
coinvolgendo il mio amico Alberto, che di mestiere fa il mimo, in
modo che, grazie alla sua esperienza di contatto con il pubblico,
sarebbe stato più facile per lui donare abbracci a gente
sconosciuta

Quando hai iniziato la tua prima esperienza di
abbracciatore e come è andata?
La prima volta
che sono andato munito di cartelli è stato il 22 ottobre a
piazza Duomo a Milano, ma in quella occasione ho abbracciato poco
perché ho trascorso quasi tutto il tempo a filmare Alberto.
La volta successiva ho voluto fare in prima persona l’esperienza e
ho lasciato che un amico ci filmasse. All’inizio ho provato un po’
di imbarazzo e avevo anche il timore che nessuno potesse rispondere
favorevolmente alla mia offerta di farsi abbracciare, ma poi dopo
il primo abbraccio, ho rotto il ghiaccio, e tutto è
diventato più facile e da li è iniziata la mia grande
carriera da “abbracciatore”. Alla fine di quella mia prima giornata
passata a regalare abbracci mi sono sentito felice e soddisfatto
per quello che ciò che avevo dato e ricevuto. Ora che sono
diventato un abbracciatore “senior” mi capita di andare anche da
solo ad abbracciare perché ormai riesco a farlo in qualsiasi
circostanza senza alcun imbarazzo.

Cosa hai provato nell’ abbracciare degli
sconosciuti?

La sensazione particolarissima che si prova già dal momento
in cui uno sconosciuto ti si avvicina a braccia aperte è
quella di incontro con l’altro, un incontro che rompe all’istante
qualsiasi barriera e che non te lo fa più percepire come
sconosciuto ma come un amico.

Come hanno reagito le persone?
Le persone
hanno reagito subito bene, in tantissimo hanno accolto la nostra
offerta abbracciandoci, per alcuni invece eravamo trasparenti, ci
passavano davanti e non ci vedevano, (purtroppo nella loro
realtà queste cose non succedono), ma la gran parte di
quelli che non si sono fatti abbracciare hanno comunque accolto la
nostra iniziativa con un sorriso. Questo, a mio parere, è la
cartina tornasole di un’umanità, che sta risvegliando la
propria coscienza planetaria e che sta gettando le basi per un
mondo di domani che non potrà che essere, a mio giudizio,
migliore.
In questa epoca, che secondo gli occhi di tv e giornali sembra
immerso nel caos più totale, ogni abbraccio donato è
un piccolo seme di questa nuova umanità? Tanti piccoli semi
trasportati da un lieve e caldo vento di gioia, pace e speranza per
un mondo migliore.

Come hai diffuso questa iniziativa?
Grazie alla news-letter del mio sito www.stazioneceleste.it. Dopo il primo appuntamento di
Milano ho realizzato un video l’ho pubblicato su youtube
ed ho inviato il link al video agli oltre 6000 iscritti alla
new-letter, il video che è stato accolto positivamente ed in
tanti è scattata la voglia di fare in prima persona
l’esperienza, questo mi ha portato a realizzare www.abbracciliberi.it un sito
tutte dedicato all’iniziativa del Free Hugs con
informazioni, testimonianze e il calendario per coloro che vogliono
organizzare nella proprio città delle giornate dedicate agli
abbracci. Ed è stato un successo e nel giro di pochissimo
tempo in più di 30 città italiane si sono regalati
abbracci.

Oggi questo fenomeno è presente in tutta Italia,
qual è la città più “abbracciosa”?
A livello mondiale l’Italia come si colloca e si
posiziona?…

Oggi questo fenomeno è presente in tutta Italia,
qual è la città più
“abbracciosa”?

A livello mondiale l’Italia come si colloca e si
posiziona?

Diciamo che in Italia Milano e Roma sono in prima fila, mentre nel
mondo l’Italia è il Paese che ha realizzato più
video, seguita da Spagna, Brasile e gli altri paesi latini.

A livello individuale che idea c’è
nell’abbracciare? E a livello di energia universale?

A livello individuale posso dire che attraverso l’abbraccio avviene
l’unione fisica ma anche energetica fra due persone. In un attimo
cadono le maschere che quotidianamente indossiamo tutti per
lasciare spazio ad uno scambio umano e immediato. A livello
universale si crea una dimensione di assoluta fratellanza
dell’intera umanità in cui non ci sono più
distinzioni di alcun genere, né culturali, né
sociali, né politiche, perché viene rotto per un
attimo ogni confine e tutti diventano davvero uguali seppur
unici.

Ti è capitato di abbracciare persone “deboli”,
come anziani, malati, emarginati? Se si cosa ritieni di aver dato e
ricevuto?

La persone così dette deboli sono quelle da cui ho tratto
maggior forza e talvolta mi hanno trasmesso una grande
consapevolezza di ciò che stavano andando a ricevere e
donare.

L’abbraccio è un semplice gesto. In che cosa
consiste la sua forza? Si può dire che può
guarire?
Nell’abbraccio c’è il gesto del
perdono, un perdono che viene rivolto prima a se stessi e che
consente di lasciarsi andare, di rivedere le proprie certezze,
oltrepassare le proprie barriere mentali che ci impediscono di
entrare in contatto profondo con chi abbiamo di fronte. Quando
accettiamo di rompere i nostri schemi e ci apriamo fiduciosi alla
vita e all’umanità, ecco che si innesca in noi un processo
di guarigione per la nostra anima, perché entriamo nella
dimensione dell’unità, liberandoci dalla gabbia mentale
della separazione.

Il tuo modo di relazionarti alle persone care oltre che
agli sconosciuti è cambiato dopo l’esperienza degli
abbracci?

L’esperienza degli abbracci per me è stata davvero
importante e attraverso di essa ho rafforzato il rapporto con mia
madre, che non vedo spesso perché vive in un’altra regione.
Sono riuscito a coinvolgerla dapprima facendole vedere i video e
successivamente invitandola a fare insieme l’esperienza. Devo dire
che è stato un momento di condivisione straordinaria che ci
ha riavvicinati moltissimo? da allora ogni volta che ci incontriamo
io e la mia mammina come prima cosa ci salutiamo con un forte e
caloroso abbraccio? Fantastico no?

Perché le persone dovrebbero diventare degli
abbracciatori?

Vivere questa incredibile esperienza mi ha permesso di rafforzare
una mia convinzione, e cioè che l’apertura del Cuore di una
persona, cioe’ la sua capacità di dare e ricevere amore non
dipende dalla sua cultura, dal suo livello sociale, dall’etnia,
dalla sua appartenenza politica o religiosa, ma va al di la anche
dal fatto che abbiano frequentato o meno corsi o seminari per
sviluppare il proprio potenziale umano, o che sia riuscito a
sviluppare una propria coscienza ecologista, quanto sia grande il
suo Cuore va al di là di tutto questo, anzi dico di
più: i Cuori più grandi, tra quelli che ho
abbracciato, li ho sentiti proprio nelle persone più
semplici: le meno acculturate, e soprattutto le meno intellettuali,
gli “ultimi” di questa nostra società, come i bambini ad
esempio, sono loro quelli che mi hanno insegnato e trasmesso
più di tutti, per sempre resterà vivo in me il
ricordo di un bambino di 8/9 anni che, con un gesto deciso quasi
brusco, si è staccato dalla forte stretta della mano della
madre, che alla nostra visione aveva accelerato il passo, per
venirmi incontro a braccia aperte?

Daniela
Milano

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