Giacomo De Poli. Traduco in musica i valori di LifeGate

Come cambia il palinsesto 2017, quali sono le novità e cosa resta immutato. La nuova stagione di LifeGate Radio raccontata da chi sceglie la musica che ascoltiamo in onda ogni giorno.

Il 18 settembre è cominciata la nuova stagione di LifeGate Radio. Per capire come ascoltare i nostri programmi preferiti o per sapere cosa è cambiato, abbiamo intervistato il responsabile dell’onda musicale, Giacomo De Poli, che molti conoscono anche come Depolique grazie a uno dei programmi più amati: The Bridge. Ed è proprio qui che cominciano le novità…

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Ci puoi raccontare cosa potremo ascoltare quest’anno e quali sono le novità che possono sorprendere gli ascoltatori?
Come sai siamo una radio che fa della sua proposta, della sua “onda” musicale il suo punto di forza. Ovviamente continueremo su questa strada: niente grandi successi ma la migliore musica di ieri, oggi e domani. Quanto al palinsesto 2017: i cambiamenti sono sempre graduali, naturali direi, per usare un termine caro a LifeGate. Quest’anno due programmi, Menù classico e The Bridge, subiranno qualche modifica. Gli altri programmi come Life in Blues di Fabio Treves e i Rock Files di Ezio Guaitamacchi saranno tutti alla solita ora.

Okay, andiamo per ordine. Cosa c’è al posto di Menù classico?
Al suo posto abbiamo introdotto una nuova striscia quotidiana dedicata alla “nuova” musica classica, si chiama Nuovo classico. L’idea è quella di dare a questa fascia un taglio più moderno proponendo artisti, pianisti e compositori a cui piace sperimentare con suoni classici. Non siamo certo i primi a farlo ma sembrava anacronistico aspettare ancora. Produttori, compositori e pianisti come Nils Frahm, Nico Mulhy e Dustin O’Halloran sono ormai delle vere e proprie star, il cui valore è riconosciuto a livello internazionale.

Quindi, per usare una metafora televisiva, è una nuova stagione di una stessa serie o una serie completamente nuova?
E se fosse un sequel? Ovviamente parliamo di due serie affini: la fascia oraria è la stessa, il titolo quasi, cambiano gli attori ma potremmo considerarlo un nuovo capitolo della stessa storia.

E The Bridge? Da fan sono preoccupato.
Quando ho iniziato The Bridge non lavoravo ancora per LifeGate. Si trattava di uno spazio dedicato alla musica che ascoltavo maggiormente, 10-15 anni fa la chiamavamo ancora “alternativa”. Era un viaggio di un’ora che traghettava l’ascoltatore, senza interruzioni e senza parole, dall’onda di LifeGate in un altro posto. Con il tempo ho iniziato a occuparmi dell’intera programmazione della radio, ampliando i miei orizzonti di ricerca e di conseguenza i miei gusti. Così mi sono trovato di fronte a un bivio: cambiare The Bridge trasformandolo nel “mio” programma o trovare un nuovo spazio per questo tipo di musica; snaturare il programma portando “dell’altro” al suo interno oppure, portare The Bridge, portare i “nuovi suoni di LifeGate” all’interno della programmazione quotidiana.

E quindi?
L’idea è quella di aprire delle finestre musicali dedicate ai nuovi suoni di LifeGate durante la giornata, cominciando dal tardo pomeriggio. Ovviamente senza parlato, anche perché non sono di molte parole. E poi la musica di domani la racconteremo dopodomani.

A proposito di nuovi suoni: nuova stagione significa anche musica nuova. Puoi darci qualche anticipazione sulle uscite più attese dell’autunno?
Sinceramente non aspetto i nuovi album di nessuno. Mi auguro, come sempre, di scoprire e ascoltare qualcosa di nuovo, musica di artisti nuovi o che ancora non conosco. Herzog (il regista, ndr) parlando di cinema una volta disse che un artista ha un ciclo di creatività di dieci anni. Secondo me il tempo a disposizione delle band è persino inferiore perché non basta il furore creativo dei singoli, ci vuole anche la giusta alchimia tra i vari componenti del gruppo. E non è detto che questo giusto equilibrio possa durare nel tempo. Per questo non ho mai grosse aspettative sugli artisti in circolazione.

Allora cambio domanda: qual è l’ultimo brano che hai ascoltato?
John Says di Leslie Winer

Credo che siano ancora molti a invidiare un lavoro come il tuo. C’è un lato negativo?
La cosa più difficile è mettere insieme tutti gli ingredienti, cercare di far convivere brani, artisti e generi a volte così lontani tra di loro e farlo mettendo d’accordo il maggior numero di persone possibili; la musica è come il cibo, ognuno ha i suoi gusti. C’è chi si lamenta della musica italiana, chi del blues e chi della classica: per fortuna abbiamo tantissima gente che ci scrive e ci fa i complimenti. Io cerco solamente di tradurre in musica e di portare in radio quelli che sono più i valori di LifeGate.

Le canzoni più belle del 2017 secondo LifeGate

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