1966, nasce il Wwf. E la natura entra nelle case di tutti

Una storia di natura, di battaglie, di tappe gloriose, e una cascata di iniziative… storiche! Il Wwf compie 40 anni. Buon compleanno.

Il 1966 è un anno significativo, per l’Italia. E’ l’anno
dell’alluvione di Firenze, catastrofica per il patrimonio di
monumenti e belle arti.

E’ l’anno dell’alluvione di Venezia.

Nel ’66 in un solo anno vengono costruite 200 villette abusive
nel Parco d’Abruzzo, proprio nel parco protetto!

E’ l’anno in cui i grifoni in Sicilia sono dichiarati
estinti.

E chi uccideva un lupo, veniva premiato.

Grazie all WWF, c’è stata una straordinaria svolta.
All’inizio, erano in pochi. Borghesi illuminati, capitanati da
Fulco Pratesi, ancora oggi il presidente del WWF Italia, che si
riunirono e stilarono un atto costitutivo poi depositato nel
settembre ’66. Persone preoccupate che della questione ambientale
se ne parlasse solo in convegni scientifici, o solo dal punto di
vista urbanistico…

Cos’hanno fatto? Questi pionieri dell’ambiente decidono di
cominciare a scrivere di ecologia… sui giornali, sui mezzi di
comunicazione, che arrivavano a tutti. Su “Topolino”! Il primo anno
il WWF fece una rubrica su “Topolino”, qualche anno dopo sul
“Corriere dei Piccoli”. Fecero entrare la natura nelle case di
tutti gli italiani.

Una svolta culturale, ma anche iniziative pragmatiche e
innovative.

Pensiamo alle oasi. Le
Oasi naturalistiche
, oggi tutti sanno cosa sono.
Ebbene, la prima Oasi è nata nel 1968, non ce n’erano prima!
Hanno deciso di acquisire porzioni di territorio, direttamente,
proprio per difenderle. La prima Oasi è del lago di Burano,

oggi ce ne sono più di 80
.

Ho citato prima il lupo. Veniva ucciso, era considerato un
animale nocivo, invadente, pericoloso. Nel ’66 ne erano rimasti
meno di 100. Oggi sono oltre 400, ma soprattutto la sua immagine
è stata salvata. Oggi non si pensa più al lupo
cattivo, ma a un simbolo della natura.

Una cascata di natura ben esemplificata dai numeri: nell’anno
della fondazione, i soci erano 750. Tre anni dopo, nel 1970, erano
già 7.000. Per arrivare, ai nostri giorni, a 300.000 soci,
un fatto straordinario mai visto in Italia.

Edgar
Meyer

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