Nel 2023 Google Trends ha certificato un aumento esponenziale di ricerche delle parole “ecoansia” e “ansia climatica”, in diverse lingue: è il segno dei tempi.
1. La storia della negoziazione sul clima e Kyoto
La negoziazione mondiale sul clima ha origine in un periodo storico (gli anni Ottanta), in cui l’approccio degli Stati all’ambiente
Fino ad allora si era pensato alla sua tutela solo in ottica
bilateralistica: i trattati internazionali esistenti erano quasi
tutti tra due o comunque pochi stati e pensati esclusivamente per
la tutela di una risorsa condivisa (come ad esempio un fiume o un
lago) o per la regolamentazione di attività potenzialmente
pericolose svolte in zone limitrofe ai confini fra Stati (famosi
sono gli accordi tra Stati Uniti e Messico o tra Stati Uniti e
Canada).
La Comunità internazionale sta però cambiando, o
forse maturando: si delineano ampie zone di interessi comuni per le
quali ragioni di convenienza suggeriscono anche una gestione comune
libera dalla prospettiva, per forza di cose limitata, che governa i
pensieri di ministri e legislatori statali. L’ambiente è
sicuramente uno di questi interessi.
Anche l’emergere dei nuovi fenomeni di inquinamento su larga
scala fanno presto comprendere come l’ordinamento internazionale in
materia ambientale non possa più essere visto come un
sistema essenzialmente “orizzontale” in grado solo di produrre
norme che tutelano i rapporti di “buon vicinato”, ma come invece
occorra sviluppare molto di più la cooperazione fino ad
arrivare a forme di gestione pubblicistica da parte dell’intera
comunità.
Questa fase è caratterizzata anche dalla nascita di nuovi
strumenti in grado di gestire e regolamentare i nuovi aspetti della
materia:
le conferenze, le dichiarazioni e le convenzioni su scala
globale.
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