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Aumentano le possibilità di acquisire un indirizzo internet e un dominio personalizzato grazie all’introduzione di nuovi suffissi.
Fino a oggi, per esistere nel cyberspazio, ci si doveva
accontentare di un banale “.com” o di un geografico “.it”.
Ma perchè far corrispondere la propria identità
digitale a entità elettroniche commerciali o regionali?
Perchè non sfruttare uno dei tanti nuovi domini disponibili
sul WWW?
Chi non può fare a meno del proprio nome, può optare
sul “name”, il nuovo gTLD (“generic top level domain”) autorizzato
da ICANN (l’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) e
riservato esclusivamente alle persone fisiche. In pochi clic,
è possibile registrare sia “nome.cognome.name”, sia
“cognome.nome.name”, o tutelare la propria identità online
richiedendo entrambi i domini.
I “name” possono essere personalizzati con l’aggiunta della data di
nascita o di qualsiasi altra cifra, ad esempio
“mario.rossi1975.name”.
Dedicato all’Europa che naviga, il nuovo “.eu” è il suffisso
che si è aggiunto alle sigle identificative della singole
nazioni: “.it” per l’Italia, “.uk” per la Gran Bretagna, “.fr” per
la Francia, “.es” per la Spagna, ecc. Con il nuovo dominio, che
può essere utilizzato da compagnie, organizzazioni e utenti
individuali, le istituzioni comunitarie sperano di raggiungere nel
cyberspazio quell’unione che, nel mondo reale, a oggi è
soltanto monetaria.
Per meglio definire il rapporto cittadino – Stato, è da poco
entrato in vigore anche in Italia il “.gov”, dominio che identifica
tutti i siti Web della Pubblica Amministrazione. Il suffisso
è lo stesso che già da tempo digitiamo quando
vogliamo, ad esempio, fare una visita elettronica negli uffici
degli organismi governativi americani come la Casa Bianca, i vari
ministeri, l’FBI o la CIA. Per tutelare i cittadini, il Ministero
per l’Innovazione ha deciso di amministrare in prima persona il
suffisso che – come spera lo stesso ministro Stanca – dovrebbe
anche costituire una sorta di “bollino blu” a garanzia della
qualità dei siti istituzionali e delle nuove attività
di e-government.
Ma attenzione, per adesso l’identità digitale serve soltanto
a costruire siti e pagine Internet. Alcuni mesi fa, sperando in una
vita migliore, 3.000 pakistani hanno richiesto online la
cittadinanza di Ladonia, nazione collocata tra Danimarca e Svezia,
un fazzoletto di terra della misura di un chilometro quadrato. I
malcapitati, però, non sono andati oltre il loro monitor.
Ladonia è soltanto un paese delle cyber-meraviglie, creato
dall’artista svedese Lars Vilksc per difendere due monumenti
minacciati dalle autorità del paese scandinavo. Una
provocazione che, inconsapevolmente, ha ingannato migliaia di
navigatori in cerca di un futuro migliore.
Luca Bernardelli
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