
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
A Cuba sorgerà la prima centrale elettrica alimentata a biomasse a Cuba e sfrutterà i residui della lavorazione dello zuccherificio adiacente.
L’avvio dei lavori per la prima centrale elettrica alimentata a
biomasse a Cuba è stato fissato per fine anno dal governo
dell’Avana: sarà accanto a uno zuccherificio della provincia
occidentale di Matanzas e impiegherà i residui di
lavorazione – una materia nota come “bagazo” – per produrre fino a
20 megawatt di energia elettrica.
Il progetto, secondo l’agenzia ufficiale ‘Prensa Latina’, prevede
che, oltre ai residui della lavorazione della canna da zucchero in
futuro la centrale potrà utilizzarne altri, dai rami e
tronchi del cespuglio di marabù, una pianta invasiva, alla
segatura. Dato che nella regione di Matanzas vengono
tradizionalmente bruciati grandi quantitativi di residui di
raccolti agricoli, approfittarne per la produzione di energia
rinnovabile “rappresenterà vantaggi economici ed ecologici”
sottolinea ‘Prensa Latina’.
L’impianto, con tecnologia e know-how cinesi, costerà 60
milioni di dollari. Negli ultimi anni il governo di Raul Castro ha
aumentato l’interesse verso le fonti rinnovabili che a oggi
forniscono appena il 3,8% dell’energia prodotta nell’isola, ma
l’obiettivo è raggiungere il 12%, entro i prossimi otto
anni.
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