Omeopatia

A scuola di felicità

Intervista a Christian Boiron per conoscere pi

Farmacista, scrittore, filosofo e imprenditore. Quale di
queste qualifiche preferisce?

Marinaio forse… non importa, sono un uomo moderno. In questi
tempi abbiamo la possibilità di fare molte cose, io
personalmente ho avuto la fortuna di avere le capacità
fisiche, psichiche, mentali e anche una famiglia agiata che
sicuramente ha favorito e facilitato il mio percorso, a partire
dall’azienda che seguo ormai da parecchi anni. Mi piace fare
l’imprenditore e lavorare nel settore dell’omeopatia: per me
è come una sfida. E poi quando posso fare un po’ l’artista
creo la mia vita ogni giorno, in modo diverso.

Lei ha scritto un libro: “Le ragioni delle
felicità”, ci può spiegare cosa intende per
felicità?
Ogni persona che parla di
felicità generalmente ha un’idea diversa di cosa sia la
felicità. Per me la felicità è la sensazione
che abbiamo quando ascoltiamo abbastanza la nostra realtà
interiore, il nostro essere profondo e quando non sottostiamo a
troppi condizionamenti psichici che inevitabilmente inibiscono la
libera espressione di questo essere profondo che ci appartiene. La
felicità si riconosce come un leggero ottimismo
incondizionato, non importa essere in buona salute, ricchi o con
potere, ecc… ciò che conta è sapere se accettiamo
la nostra realtà così com’è, non come vorremmo
che fosse.

Cosa possiamo fare noi, quali sono i suggerimenti per
avvicinarci alla felicità?

La prima cosa è capire che la felicità non è
un obiettivo in sé, ma una norma dettata da un bisogno
fisiologico proprio dell’uomo, quindi ottenere la felicità
è come soddisfare uno stato fisiologico di base, lo stesso
che ci porta a dormire per stare bene… cerchiamo dunque la
felicità!
Secondo passo è capire come nasce l’infelicità,
mascherata dall’aggressività, ansietà, depressione
che si manifestano nella nostra vita quando non ci accettiamo
così come siamo. Capire questo meccanismo è
importante.

Dopo ci sono alcuni semplici esercizi di consapevolezza del
sè…

Dopo ci sono alcuni semplici esercizi di consapevolezza del
sè:
Silenzio. Il nostro essere profondo si esprime quando
facciamo un po’ di silenzio, quando senza far niente ascoltiamo la
nostra profondità ed entriamo in contatto con noi stessi.
Solamente dieci minuti al giorno possono bastare.
Esercizi cognitivi. Per esempio rivedere il significato di
parole-concetti cardini della nostra vita. Che cosa pensiamo della
guerra, politica, amore, amicizia, ecc…? Quali di questi pensieri
subiscono il condizionamento della società, famiglia e quali
vengono realmente dalla nostra parte profonda, dalla nostra
intelligenza pura?
Più prendiamo consapevolezza dei nostri pensieri profondi
sulla vita e più diventiamo felici. (15 minuti ogni
giorno).
Inventare la vita, la musica… non riprodurre!
Riproduciamo troppo, i comportamenti di tutti i tipi in tutti i
campi: in politica, in azienda, in vita, nella nostra relazione con
i nostri congiunti… proviamo invece a creare i nostri
comportamenti autonomamente… la sensazione è di
libertà straordinaria!

Un messaggio per tutti per avvicinarsi alla
felicità?

La felicità primo è necessaria, secondo è
accessibile a chiunque perchè legata alla ricerca
dell’autenticità, dell’espressione dell’essere profondo che
ognuno possiede. Una ricerca che presuppone una consapevolezza: la
felicità è contagiosa.

Christian Boiron è felice?
Non posso
dire di essere felice perchè la felicità è un
cammino… non siamo mai totalmente felici, ma possiamo esserlo
sempre di più. E’ così che provo a vivere e cercando
ogni giorno ascoltarmi un pò meglio, nel rispetto della mia
profonda specificità per non riprodurre comportamenti
dettati da condizionamenti esterni. Facile da dirsi… cadiamo
sempre nelle stesse trappole, anche se conosciamo il sistema, forse
cadiamo un pò meno, ma cadiamo sempre…
Io faccio alcuni esercizi: la prima cosa della giornata è

respirare
, ritrovo il mio respiro, il mio
corpo fisico
e mi abbandono ad esso con la
meditazione
.

Qual’è la popolazione più
felice?
L’Italia, certo. A dire il vero non lo so.
Ho visto tanti Paesi, la felicità non ha a che fare con il
denaro, sento (si sente, non si misura) persone che sono felici
anche nella povertà e nella malattia. Penso che in Italia ci
sia il virus della gioia. Vedo molte persone con un bel sorriso con
un’apertura straordinaria, forse è la terra giusta per far
sviluppare la felicità, quella vera.

Sonia Tarantola

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