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La tecnologia si sta adattando a una crescente sensibilità nei confronti dell’acqua. Sul mercato esistono dispositivi per evitarne un eccessivo consumo
Molti nostri comportamenti quotidiani “normali” implicano un inconsapevole spreco di acqua potabile: usare una vasca invece di farsi una doccia implica un consumo pari a 100 litri di acqua in più ogni volta. Lavare i denti o radersi con l’acqua corrente continua del rubinetto: 2500 litri in più a persona annui.
Il risparmio dell’acqua si può realizzare mediante:
L’impianto di riutilizzo dell’acqua può avvenire mediante il posizionamento dei tubi di scarico da un lavabo secondario della cucina, in cui viene scaricata l’acqua di risciacquo (insalata, frutta, piatti), che viene poi raccolta in contenitori di accumulo per l’irrigazione dei fiori.
Il recupero dell’acqua piovana mediante la raccolta dal tetto, convogliata dalle grondaie e collegata tramite un collettore. Da qui attraverso un filtro l’acqua viene raccolta in cisterne sotterranee di vetroresina (provviste di troppo pieno e di protezione contro l’ingresso di piccoli animali). Mediante una pompa sommersa le acque vengono aspirate e fatte passare attraverso una vasca di decantazione per la parte solida. Le acque così trattate possono essere dirette nel sistema di irrigazione del giardino e dell’orto. Ma possono anche confluire mediante una distribuzione interna alle vaschette Wc, doccia, rubinetti vari, dove non è necessaria acqua potabile. Un galleggiante assicura il sistema di pompaggio affinché il livello dell’acqua nella cisterna non scenda sotto la pesca della pompa. Mediante una elettrovalvola, si garantisce una commutazione con l’acqua di rete quando il livello è sotto il minimo.
In Italia non si è ancora consolidata una mentalità del risparmio, del riciclo e del riutilizzo dell’acqua, ma considerando la valenza strategica che essa sta assumendo nel mercato mondiale e i cambiamenti climatici in atto, nel prossimo futuro questo salto di qualità sarà improrogabile.
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