Commercianti senza etica, concorrenza sleale e regolamenti stringenti stanno affossando i pescatori tradizionali. Per proteggere la fauna marina e la biodiversità, bisogna ripensare a una gestione comune del Mediterraneo.
Nel Mediterraneo alcuni pesci stanno scomparendo, le misure messe in campo dall’Ue
Alcuni stock ittici del Mediterraneo e del mare del Nord si stanno esaurendo. Quali sono le misure dell’Unione europea per salvare i pesci.
La scorsa settimana si sono riuniti a Lussemburgo i ministri dell’agricoltura Ue. Tra i temi in discussione c’era il futuro della pesca (e dei pesci) in Europa. Ci sono specie a rischio di sparizione, nel Mediterraneo; gli stock stanno esaurendosi.
L’accordo europeo su come proteggere i pesci
Il commissario Fischler ha ribadito la necessità di promuovere nuove misure di protezione per i pesci del Mediterraneo e del mare del Nord – e che queste misure siano effettivamente applicate. Pare che i punti su cui si è raggiunto l’accordo siano:
– creare zone (Fishery Protection Zones – FPZ) per la conservazione e la gestione, dove la pesca sia gestita e controllata;
– nuove misure, più attente alla conservazione, per la pesca nelle acque costiere;
– possibilità di stabilire nuovi Tac (Totali Ammissibili di Catture oltre cui non si potrà più pescare quella
specie) per i pesci a rischio;
– “effettiva integrazione delle preoccupazioni ambientali nella gestione della pesca nel Mediterraneo”.
A rischio soprattutto merluzzo e nasello
Importante: nel meeting si è parlato con allarme in particolare della situazione di merluzzi e naselli. I comunissimi pesci potrebbero non essere mai più così tanto “comuni”. È stata avanzata la proposta di un regolamento del Consiglio con drastiche misure per “il recupero degli stock di merluzzi e naselli”.
Per quanto riguarda i naselli, è necessario rivedere e ricalcolare le misure già previste nel dicembre 2001. Per il numero dei merluzzi i nuovi rilevamenti scientifici condotti nel Mare del Nord mostrano un “sostanziale deterioramento” rispetto all’anno scorso. Un rapporto dettagliato sarà presentato all’International Council for the Exploration of the Sea (Ices) a fine ottobre. Insomma, lo stato degli stock di merluzzo, specialmente nei mari nordici, sta peggiorando, è confermato, ed effettive misure di protezione dovranno essere prese, inclusa la limitazione dello sforzo di pesca. “E devono essere prese con urgenza”, conclude il comunicato ufficiale. Al
più tardi entro la fine dell’anno.
Un piano con le misure di conservazione per ogni specie
“I piani di recupero sono il banco di prova concreto della nostra riforma della pesca – ha dichiarato il commissario Fischler -. La validità della nostra riforma sarà misurata sulle basi di quanto saremo stati capaci di rimediare a situazioni come quella dei merluzzi”. La Commissione dovrà proporre un piano pluriennale con le misure di conservazione per ognuna delle specie ittiche dei nostri mari basandosi sui dati scientifici. “In caso di stock in pericolo di collasso, non possiamo permetterci di tamponare la situazione, ma invece usare tutti gli strumenti di gestione e conservazione a nostra disposizione per evitare conseguenze disastrose”, è il monito finale del Commissario per la pesca Fischler.
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