
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
La questione degli aiuti alimentari contaminati da OGM ha creato un tumulto in Zambia.
Il 10 settembre le agenzie di stampa hanno lanciato la notizia
che lo Zambia aveva acconsentito a che le partite di aiuti OGM
entrassero nel proprio territorio, ma solo per essere distribuite
ai rifugiati e alle comunità più povere: “ZAMBIA:
Government permits distribution of GM food aid to refugees”. Il
governo lunedì affermava che avrebbe dato al World Food
Programme (WFP) delle Nazioni Unite il permesso di distribuire il
mais geneticamente modificato – ma solo ai rifugiati.
Il grano doveva essere prima impacchettato per… “prevenire che
cada nelle mani sbagliate ed essere commerciato e seminato”. Il
vice-presidente Enoch Kavindele dichiara che il mais OGM non
dovrebbe essere distribuito all’interno del paese, esprimendo forti
preoccupazioni di contaminazione che i cereali OGM porterebbero nel
paese, un rischio per le colture locali e un rischio
politico-economico: lo Zambia potrebbe essere escluso dal mercato
delle importazioni in Europa.
Trascorre un giorno. E la nuova notizia è: “ZAMBIA:
Government says refugees will not be given GM food aid”. Il governo
dello Zambia non consentirà al World Food Programme dell’ONU
di distribuire aiuti alimentari OGM, nemmeno ai 130.000 rifugiati
del paese.
Il quotidiano di stato, “Times of Zambia”, scrive che le notizie
del giorno prima erano “fuorvianti”. Si cita un virgolettato del
ministro degli affari di stato Luckson Mapushi in cui emerge che la
decisione finale è giunta quando il WFP aveva già
iniziato la distribuzione di 6.000 tonnellate di mais OGM,
accrescendo la confusione.
Le parole di Mapushi: “La posizione del Governo, di rifiuto degli
OGM, è una decisione nazionale che si applica a tutti i
cittadini, a ogni categoria di persone che vivono e risiedono in
Zambia.” Troppo forti le preoccupazioni sulla sicurezza degli OGM
per il consumo umano e l’ambiente, e sulle ripercussioni delle
esportazioni verso l’Europa dei cereali africani se venissero
contaminati da OGM.
Inutile commentare con sarcasmo gli slogan sulla “soluzione ai
problemi della fame nel mondo” che le aziende produttrici di OGM
avevano sbandierato. Oggi la visuale si inverte: è loro la
diretta responsabilità di non poter distribuire aiuti
alimentari alle popolazioni affamate.
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