
Le piante selvatiche, inserite in migliaia di prodotti di consumo quotidiano, sono sempre più vulnerabili. Un rapporto Fao lancia l’allarme.
Ormai in quasi tutti i settori le tecnologie avanzate giocano un ruolo importante. La tecnologia
Questo il quesito di “La tecnologia che rispetta l’ambiente”, un
convegno tenutosi a Smau a Milano il 22 ottobre. Rappresentanti di
varie realtà pubbliche e private hanno illustrato strategie,
progetti in atto e progetti futuri tendenti a rendere la tecnologia
utile o per lo meno poco dannosa per l’ambiente.
In sostanza sono due le vie per inserire una tecnologia “buona” nel
mondo della produzione e distribuzione: migliorare materiali e
processi lavorativi tradizionali con l’aiuto delle tecnologie
avanzate, riducendo così l’impatto
sull’ambiente, oppure fare sì che l’impatto
venga compensato o neutralizzato con comportamenti corretti ed
ecocompatibili.
A proposito di comportamenti ecocompatibili ecco due esempi di
interventi interessanti. Una catena di vendità di computer
presta su tutto il territorio nazionale i suoi negozi come punti di
raccolta e ritiro di prodotti informatici a fine vita. Assicura
inoltre un trattamento ecocompatibile di questi prodotti
carichi di sostanze tossiche, in quanto li smista a
chi li smaltisce in modo corretto. Si tratta di una iniziativa di
autoregolamentazione nata da un rapporto positivo con i nuovi
regolamenti europei sulla gestione di fine vita dei prodotti
elettronici.
Un altro progetto teso a compensare l’impatto sull’ambiente con dei
comportamenti ecocompatibile è stato presentato con
Impatto
Zero. Conservando delle foreste primarie e piantando
alberi riesce a neutralizzare il CO2 emesso con una determinata
attività o stile di vita.
Tra i progetti che impiegano la tecnologia direttamente per
evitare o risolvere problemi ambientali è saltato all’occhio
il Progetto Archimede che ha sviluppato un’impianto dalle
tecnologie molto avanzate per la produzione di energia elettrica da
solare termodinamico. L’impianto prova si trova presso il Centro
Ricerche Casaccia.
L’Icram (Istituto Centrale
per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al
Mare) invece ha illustrato come usa le tecnologie
più innovative in varie imprese che rimediano grossi danni
ambientali. Un esempio è la localizzazione delle armi
chimiche affondate nel Mare Adriatico, bombe contenenti gas nervino
dalle guerrre mondiali e bombe all’uranio impoverito dalla guerra
nell’ex Jugoslavia. L’Adriatico è una specie di
cimitero di
bombe perchè quando i cacciabombardieri tornano
dalle loro “missioni” devono scaricare le bombe non lanciate,
altrimenti il carburante non basta per ritornare alla base.
Le tecnologie più innovative vengono adoperate anche per
cominciare a bonificare il fondo marino a Porto
Marghera che è carico di sostanze tossiche.
Da una parte sono le nuove direttive europee sull’ambiente a
spingere verso un utilizzo adeguato delle nuove tecnologie,
dall’altra una conoscenza sempre maggiore di quanto l’ambiente
è minacciato dalle mille attività umane.
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