Anche Leonardo di Caprio contro la caccia alla tigre

Dal 21 al 24 novembre si decide il futuro della “regina della giungla”, per raddoppiarne il numero entro il 2022 e salvarla dall’estinzione. Con un alleato d’eccezione, Leonardo Di Caprio.

A San Pietroburgo si sono riuniti i 13 capi di Stato di altrettante
nazioni asiatiche, per quello che viene definito come un “summit
storico”, con l’obiettivo di addottare un Piano Internazionale per
la Conservazione della Tigre.

A dare risalto mediatico al vertice è stato anche l’attore
americano Leonardo di Caprio, con un
lungo editoriale pubblicato sul Washington Post:
“[…] salvando la tigre potremo salvaguardare anche tutto
l’ecosistema collegato al felino, inclusa una delle più
grandi foreste del pianeta, la quale assorbendo la CO2 aiuta a
mitigare l’effetto del cambiamento climatico […]”.

Il felino è ancora cacciato illegalmente per le sue presunte
proprietà curative ed afrodisiache oltre che per il commercio delle pelli; se nel
Diciottesimo secolo si potevano contare più di 100.000
esemplari, oggi ne rimangono solamente 3200 in natura. L’obiettivo
dichiarato del summit, presieduto dall’ex presidente russo Vladimir
Putin, è quello di radoppiarne il numero entro il 2022. Al
vertice ha partecipato anche la Banca Mondiale, promettendo uno
stanziamento di quasi 350 milioni di dollari.

“Con poco più di 3200 tigri rimaste in natura, il perdurare
di un mercato nero di questa portata non può essere
sottovalutato – ha detto William Schaedla, direttore Traffic del
Sud-est asiatico – le leggi sulle specie in Myanmar e Thailandia
proibiscono il commercio di tigre e altri felini. Le
autorità devono far sentire il peso di questa legge per
affrontare i trafficanti.”

Non c’è solo la caccia illegale a minacciare il felino
conosciuto ai più per potenza, eleganza e ferocia. Infatti
la violenta deforestazione
causata dalla richiesta di legname, di polpa per la carta e di olio
di palma, sta velocemente distruggendo il loro habitat.

“Anche Paesi lontani come l’Italia devono assumersi le loro
responsabilità, tanto più perché siamo tra i
maggiori importatori di prodotti derivati dalla fauna e dalla flora
selvatica di quella parte del mondo – ha detto Massimiliano Rocco,
responsabile Specie e Traffic del WWF Italia – ci aspettiamo un
impegno dal settore delle imprese come dalle istituzioni per
contribuire alla conservazione di questa specie”.

Il WWF è una tra le
associazioni maggiormente impegnate nella salvaguardia della tigre:
grazie alla sua intermediazione, la provincia cinese di Jilin e la
vicina provincia russa di Primorsky, hanno accettato di collaborare
per istituire la prima area protetta transfrontaliera per la tigre
siberiana (o tigre dell’Amur), il più grande felino del
mondo, di cui si stima rimangano oggi appena 450/500 esemplari.

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