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Artisti di vari paesi sono stati invitati per il sesto anno consecutivo a creare interventi in sei comuni della Toscana mescolando passato e contemporaneità
Sono stati scelti per questa manifestazione artistica paesi e cittadine storiche, molto frequentati da un turismo internazionale, con dei centri urbani medioevali dal sapore idilliaco, ben intatti, molto curati e ricchi di passato. A ogni artista è stato assegnato un posto con la richiesta di creare un’opera ispirandosi allo spirito del luogo. Il risultato è un vivace confronto tra passato e contemporaneità.
Il confronto peraltro si è svolto su diversi livelli. Prima di tutto su quello estetico, in quanto gli artisti contemporanei sono liberi di sviluppare formalmente un loro linguaggio espressivo. Questo in contrasto con la realtà nella quale si sono trovati ad operare, perché si tratta di ambienti urbanistici dagli aspetti monolitici, costruiti secondo regole precise e ben definite.
Il confronto concettuale è stato altrettanto forte perché le nazionalità degli artisti invitati, cioè cinese, giamaicana, camerounese, serba, tailandese e italo-greco, non hanno per di sé punti in contatto con la cultura dell’antica Toscana. Ma proprio questi confronti multietnici e temporali hanno prodotti stimoli particolari.
A Montalcino Jannis Kounellis, originario della Grecia, diventato negli anni settanta famoso nella corrente dell'”Arte Povera”.
A Casole d’Elsa l’artista tailandese Surasi Kusolwong ha allestito uno dei suoi leggendari mercatini.
A Volterra ha operato Marina Abramovic, l’artista che alla Biennale di Venezia del 1997 puliva in una performance sulla guerra dei Balcani una montagna di ossa.
A Poggibonsi Nari Ward ha trasformato una vecchia discarica in un luogo di contemplazione.
Rita Imwinkelried
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