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Bambini venduti, costretti a lavorare come schiavi, abusati. Sono solo alcune notizie, tratte dalla cronaca degli ultimi mesi…
12 maggio 2003 – Un bimbo costava intorno ai 50.000 euro. Tra Bari
e Napoli, donne costrette a prostituirsi e, se rimanevano incinte,
a portare a termine la gravidanza.
Arresti per traffico di bambini a Bari e Napoli.
In carcere i membri di un’organizzazione ucraina che faceva
prostituire delle connazionali e ne vendeva i figli appena nati. I
componenti di una associazione per delinquere finalizzata al
traffico di bambini, riduzione in schiavitù e induzione alla
prostituzione sono stati arrestati dai carabinieri del reparto
operativo provinciale di Foggia nelle città di Bari e
Napoli.
Le persone arrestate sono tutte ucraine, in gran parte donne che
avrebbero venduto bambini, la gran parte appena nati, ad acquirenti
per un importo fino a 50.000 euro.
Alcuni mesi fa – a quanto si è saputo – i carabinieri di
Foggia avevano ricevuto segnalazioni circa l’esistenza di un
traffico di bambini provenienti dall’Ucraina, organi umani e un
ampio giro di prostituzione.
I carabinieri hanno compiuto indagini tra Napoli e Bari, che –
secondo gli investigatori – hanno portato a smantellare
l’organizzazione. Dalle indagini sarebbe emerso – a quanto si
è saputo per ora – che in alcuni casi il gruppo
delinquenziale faceva prostituire donne e, quando queste fossero
rimaste incinte, faceva portare loro a termine la gravidanza per
sottrarre i bambini, appena nati, e venderli.
15 Settembre 2003 – Ai bambini migliori, cinque stelle.
Palermo – Bambini abusati e poi schedati con
stelle, da una a cinque, con le modalità di valutazione in
uso per classificare alberghi e ristoranti. E’ l’ultima scoperta su
Internet fatta da don Fortunato Di Noto, il prete dell’associazione
‘Meter’, che ha presentato una denuncia ai Compartimenti di Polizia
postale di Roma e di Palermo. Il parroco parla di “disgustose
descrizioni circostanziate sulle prestazioni ‘offerte’ da ogni
creatura”. “Ben 18 gallerie fotografiche di bambini ‘fotomodelli’ –
spiega il prete di Avola (Sr) – Un diario costantemente aggiornato
sulla vita di un pedofilo (e di pedofili) autoproclamatosi tali. Un
trattato sulle ragioni che spingono i pedofili ad ‘amare’ i bambini
ed un registro delle firme in cui gente di svariate età
lascia un segno del proprio passaggio, delle preferenze e delle
modalita’ di conquista… E’ la prima volta che ci capita di
imbatterci su un Guestbook (libro degli ospiti ndr) cosi’ limpido,
nel senso che la quasi totalita’ dei firmatari ha lasciato, senza
timor di conseguenze, il proprio indirizzo di posta elettronica”.
”La dinamica – spiega ancora don Di Noto – costituisce la prova
inconfutabile di come le organizzazioni pedofile abbiano innescato
una marcia in piu’ nel processo di legittimazione di un fenomeno
che, ripeto per l’ennesima volta, deve essere riconosciuto quale
‘crimine contro l’umanita’ debole e indifesa’. Far finta di niente,
tacere per non destare allarme, è un metodo che rischia di
favorire indiscutibilmente la proliferazione di organizzazioni
sempre piu’ spregiudicate”.
6 novembre 2003 – Pedofilia, indagate 68 persone. Perquisizioni in
molte città da Roma a Catania
Sessantotto indagati, tra cui tre donne, un
carabiniere e uno psicologo. Ma anche studenti, insegnanti,
funzionari pubblici. Il risultato di un’operazione – nome in codice
‘Only sex’ – condotta dalla Procura di Palermo e dalla Polizia
postale sulla pedofilia in Rete. 68 avvisi di garanzia,
perquisizioni in 15 regioni italiane e 6 Paesi europei: Germania,
Gran Bretagna, Ungheria, Polonia e Islanda.
In Italia sono state denunciate 62 persone, tre in Germania, 1 in
Islanda, 1 in Polonia e 1 in Ungheria. L’accusa: avere “inviato,
scaricato e detenuto consapevolmente materiale costituito da
immagini fotografiche e filmati di minorenni coinvolti in rapporti
sessuali”. Un’operazione iniziata nel maggio scorso e conclusasi il
30 settembre. Gli agenti hanno sequestrato oltre 7 mila tra
computers, hard-disk, cd-Rom, videocassette, floppy disk e
masterizzatori. L’indagine ha permesso di identificare i 68
pedofili di età compresa tra i 23 e i 60 anni, di estrazione
sociale medio-alta tutti apparentemente insospettabili.L’accusa nei
loro confronti è di detenzione di materiale
pedopornografico: quattro devono rispondere anche di diffusione
dello stesso materiale. La polizia Postale ha accertato che nel
sito sotto copertura denominato ‘Only sex’, nel periodo indicato
dell’inchiesta, si sono collegate migliaia di persone ma soltanto
68 hanno scelto il link pedopornografico.
8 novembre 2003 – Allarme lavoro minorile in Italia: tra i 7 e i 15
anni sono in 144.000 a lavorare. Rigorosamente in nero e senza
copertura assicurativa. 17.000 infortunati tra i baby-lavoratori
nel 2002.
Sono 144 mila – 3 bambini italiani su 100 – i
bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni che svolgono
un’attività lavorativa, fuori legge e senza nessuna
copertura assicurativa.
E solo nell’ultimo anno gli infortuni sul lavoro denunciati dai
minori sono stati 17 mila.
È una fotografia preoccupata di un fenomeno che riguarda
l’Italia, il quinto o sesto paese industrializzato del mondo
occidentale (e non Taiwan, la Cina o la Birmania), quella fornita
dal presidente dell’Ispesl, Antonio Moccaldi, secondo il quale “la
percentuale più significativa di lavoratori in età
precoce si registra, contrariamente a quanto si può pensare,
non al Sud ma nelle regioni del Nordest”, ha sostenuto Moccaldi,
precisando inoltre che nell’ultimo anno sono stati 17 mila gli
infortuni sul lavoro denunciati da minori impiegati in particolare
nel settore dell’agricoltura, in quello alberghiero e nella
ristorazione. “Parlare di lavoro minorile in Italia non è
facile, perché l’Italia non è un paese del terzo
mondo. Finora le indagini sono state poche, e i nostri dati, di
certo, non ci rassicurano”.
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