
A fine marzo, una manifestazione francese contro i mega bacini idrici si è trasformata in un campo di battaglia con le forze dell’ordine.
Secondo le stime ufficiali l’inquinamento degli oceani causato dalle fuoriuscite di greggio da navi cargo è in grado di distruggere chilometri di costa devastando habitat e fauna.
Il problema fondamentale è costituito dalle così
dette “carrette del mare” cioè imbarcazioni che sono in
circolazione senza possedere i necessari standard di sicurezza
richiesti dalle nuove regolamentazioni internazionali. Una
normativa internazionale stabilisce il massimo di
operatività di una nave destinata al trasporto di sostanze
inquinanti in 20 anni di servizio effettivo. L’età media
delle petroliere in navigazione è di 16 anni, facile
rendersi conto del rischio che corrono i nostri mari. Le vecchie
bagnarole, spesso non idonee a resistere negli oceani in tempesta,
dovrebbero essere sostituite con nuove imbarcazioni costruite
secondo dettami di sicurezza molto precisi e notevolmente
più costosi.
Per uscire dall’ipocrisia dei dati ufficiali dobbiamo considerare
anche le dispersioni di oli dovute alla normale navigazione e
soprattutto alla vietatissima pulizia delle cisterne. Se viene
fatta negli appositi bacini di carenaggio ha un costo notevolmente
superiore alla più semplice pulizia fatta di nascosto e
artigianalmente appena raggiunte le acque internazionali!
E’ provato che la fuoriuscita petrolifera in caso di incidente
distrugge chilometri di costa devastando barriere coralline,
spiagge e tutta la fauna che vi abita, questo anche se contenuta
dall’opera dei soccorritori. Negli animali salvati è stata
dimostrata una successiva carenza nelle funzioni di isolamento
termico della pelle, semidistrutta dal greggio, e una diminuzione
del 50% nella capacità riproduttiva.
Sono molte e presenti in tutto il mondo le organizzazioni che si
battono per intervenire sul luogo dei disastri e per condannare
l’inefficacia delle norme di sicurezza internazionali. Sta a noi
appoggiarle in modo che l’orrore dell’opinione pubblica verso
questi disastri serva da molla per un effettivo interesse della
comunità internazionale e per un efficace impegno delle
autorità nella dura “sanzionatura” delle infrazioni.
Del petrolio non possiamo fare a meno. Ricordiamoci che non
possiamo fare a meno neanche della natura!
Andrea Campolonghi
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