
In tutto il mondo crescono superfici agricole coltivate a biologico e produttori, ma serve una spinta ai consumi verso la transizione agroalimentare.
di Franco Zecchinato, dall’introduzione al libro:Istituto Biologico Italiano, MiniGuida all’agricoltura biologica, La Tortuga, Padova 2002.
BIO contro OGM introduzione.
Il tema della sicurezza alimentare sta arrivando in cima alla
classifica degli interessi della nostra comunità.
Le motivazioni sono note, ormai, a tutti. L’originale è
accorgersi che tale argomento non era più da tempo al posto
che ragionevolmente gli compete!
A ben pensare, questo è un aspetto che solo l’uomo moderno
si trova a dover affrontare con le tensioni e la gravità di
oggi. Nel suo lungo passato, infatti, ha risolto questa esigenza in
un modo molto semplice: produceva il suo cibo o se lo procurava con
scambi e rapporti che restavano sostanzialmente all’interno della
sua stessa comunità.
Oggi il meccanismo non è più questo: il cibo è
diventato una merce qualsiasi, soggetta alle stesse logiche ed ai
medesimi meccanismi del mercato speculativo degli scambi.
Ecco allora che di sicurezza alimentare si devono occupare le leggi
e la “politica”, in un coacervo di interessi uguali e contrapposti,
che poco aiutano ad accrescere la coscienza sulla vera natura del
problema.
Negli ultimi decenni in Italia, come nel resto del mondo (almeno
nella sua parte definita “occidentale”), si è smarrito il
rapporto col cibo, non tanto, e non solo come alimento, fonte di
carboidrati, lipidi, proteine ed oligo-elementi, quanto come
fondamentale raccordo con l’ambiente circostante e la cultura,
l’economia, il paesaggio che lo connotano.
Solo pochi anni fa, un ragazzino poco interessato alla scuola e
allo studio era destinato esclusivamente “a zappare la terra”!
Questo la dice lunga sul debito che l’intera società ha
accumulato con l’agricoltura, e di conseguenza col cibo e con
l’ambiente/territorio circostante.
Riappropriarsi di questo rapporto e valorizzarlo è, allora,
l’unico modo sicuro per avere certezze su ciò che si mangia,
e da esso, su ciò che si è!
Tutto questo è limitato da una visione, spesso, solo
peIsonale ed individualistica: in altre parole si tende a pensare
solo alla propria “pancia”, dimenticando che invece il processo di
recupero di identità e senso di appartenenza è
inevitabilmente collettivo e democratico. Democratico, in
particolare, perché mette necessariamente in movimento tutti
i soggetti sociali, economici ed i valori stessi di una
comunità.
Ma in che modo l’Agricoltura biologica può essere utile in
questa prospettiva?
Non solo e non tanto perché l’applicazione del metodo
produttivo biologico garantisce minore impatto ambientale,
perché è l’unico controllato per legge e
perché esclude gli Organismi geneticamente modificati,
quanto perché èoggettivamente in grado di dare una
risposta coerente a tutte le questioni legate alla sicurezza
alimentare e al corretto rapporto tra città e campagna; in
definitiva ad un modello di sviluppo sostenibile sul piano
ambientale, sociale ed economico, a livello locale e per l’intero
pianeta.
Franco Zecchinato
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