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l’energia da agricoltura è uno dei focus principali di Vegetalia, per approfondire le diverse opportunità di business per le aziende agricole italiane. Però… Qualche anno fa il governo olandese decise di convertire gran parte degli impianti elettrici a biocarburante, destinando molti finanziamenti, e sull’onda dell’entusiasmo le aziende realizzarono anche generatori che funzionano solo a olio
l’energia da agricoltura è uno dei focus principali di
Vegetalia, per approfondire le diverse opportunità di
business per le aziende agricole italiane.
Però…
Qualche anno fa il governo olandese decise di convertire gran
parte degli impianti elettrici a biocarburante, destinando molti
finanziamenti, e sull’onda dell’entusiasmo le aziende realizzarono
anche generatori che funzionano solo a olio di palma.
Quello che era un sogno si è però rapidamente
trasformato in un incubo perché si è scoperto che
mentre il cielo sopra Amsterdam si faceva ancor più pulito
grazie al biofuel, l’Indonesia, dalle cui foreste arrivava buona
parte dell’olio di palma utilizzato, saliva invece al terzo posto
nella classifica mondiale di produzione di anidride carbonica,
dietro i grandi inquinatori Stati Uniti e Cina.
Per far spazio alle coltivazioni di palma sono stati infatti
distrutti ettari e ettari di foresta pluviale, bruciate torbiere
che hanno immesso in atmosfera grandissime quantità di
CO2.
Le contraddizioni legate all’uso dei biocarburanti, del resto,
non sono nuove. La stessa Unione Europea, dopo aver emanato una
prima direttiva nella quale chiedeva agli stati membri di
raggiungere una miscela che contenesse almeno il 5% di carburante
bio, sta ora ripensandoci su.
Il problema – spiegano alla Agenzia ambientale di Copenaghen –
è che per ottenere un utilizzo davvero ecocompatibile
bisogna tenere in conto l’intero ciclo produttivo. Quindi, primo
consiglio: sì ai biocarburanti, purché anche
questi… made in Italy!
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