
Lo scienziato francese Aurélien Barrau ha scritto un libro in cui racconta perché la lotta per la vita sulla Terra è la madre di tutte le battaglie.
La nota distinzione aristotelica tra “agire” e “fare”, ci interpella in un’epoca dove la rottamazione delle idee appaiono sempre più pervasive e inquietanti.
La nota distinzione aristotelica tra “agire”, dare un senso, una direzione di marcia al proprio stare al mondo, e “fare”, limitarsi ad eseguire un compito, ci interpella in tutta la sua portata esistenziale, in un’epoca dove l’abulia delle coscienze, l’infiacchimento della meditazione, la rottamazione delle idee appaiono sempre più pervasive e inquietanti.
L’ambiguità tipica della modernità si manifesta a tutto tondo nelle luminose scoperte scientifiche, nelle grandi innovazioni tecnologiche e, di contro, nel pensiero unico, monocorde, nella comunicazione invisibile poiché abitata da linguaggi sempre identici, nella ideazione rattrappita, nello sguardo ripiegato su se stesso poiché privo di tensione contemplativa.
Da qui l’urgenza di recuperare l’agire come progettazione nel mondo e per il mondo di un’articolazione di senso compiuta, di un percorso della coscienza alternativo a quello serializzante indotto dal sistema dei bisogni che seduce e delude con meccanica, implacabile ripetitività. L’agire, tuttavia, diviene progetto di senso solo se lascia spazio alla dialettica tra silenzio e dubbio. Il silenzio, come pausa della parola che indaga se stessa, come temporaneo congedo dal quotidiano per rivisitarlo con occhi nuovi, rinvia da sempre al dubbio.
La sospensione della parola e della visione comune, standardizzata, apre, infatti, fecondi squarci dubitativi su quello che acriticamente accatastiamo nei nostri pensieri e nelle nostre azioni, o meglio nel nostro “fare”, nel nostro assolvere in modo impersonale ad un compito. Il dubbio non è uno stile di vita, bensì un metodo critico di discernimento, uno spazio pre-veritativo che permette al soggetto, dopo la messa in discussione “silenziosa” delle diverse alternative, dei diversi paradigmi di vita, di compiere una scelta veritativa vincolante, in base alla quale determinare il senso ultimativo del proprio esistere qui e ora.
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Feng Shui in cinese significa letteralmente “vento e acqua”, due elementi indispensabili per la vita.
Per trovare il nostro pensiero non dobbiamo seguire i condizionamenti sociali, ma rimetterli in discussione. Ci sono due tipi di arte: quella che genera piacere e quella che genera felicità.
La libertà è la facoltà dell’uomo di valersi di tutte le sue forze morali e fisiche come gli piace, colla sola limitazione di non impedir agli altri di far lo stesso.
La Rochefoucauld può essere definito come un vero e proprio precursore dei grandi “maestri del sospetto”.
“Il ‘silenzio cosmico’ ci fa sentire soli nell’universo, come il silenzio dell’altro ci fa sentire soli nel piccolo universo del rapporto”.
La naturopatia
Il mito e la fiaba, con la loro potente carica simbolica, suggeriscono da sempre autentiche risposte di senso, soprattutto a proposito del narcisismo umano.