
Zero Iva sui vegetali per promuovere consumi più sostenibili: la campagna portata avanti da Greenpeace ha trovato il sostegno del ministro dell’Agricoltura, ma non di tutto il governo federale.
di Gianluca Felicetti.Responsabile LAV Campagna Allevamenti Intensivi
Un rapporto della Commissione Europea sulla diffusione della Bse
nel 2001 in Europa rivela che, rispetto all’anno precedente, il
numero dei casi registrati è passato da 1910 a 1961 e che i
nuovi focolai si concentrano nei Paesi grandi produttori di carni.
Il numero dei casi di Bse è passato da 7 a 125 in Germania,
da 149 a 246 in Irlanda, da 162 a 277 in Francia. In netto aumento
anche in Spagna dove in dodici mesi i casi sono passati da 2 a
82.
In Italia sono 60 i casi di animali che sono stati individuati come
affetti da encefalopatia spongiforme bovina (diagnosticata in fase
pre-clinica, di cui due non autoctoni) su oltre 640.000 analisi
effettuate finora. Uno ogni 10mila.
Non è poco, se si considera che gli italiani mangiano 8
milioni di bovini all’anno. Bruxelles intende rivedere la
graduatoria sul livello di rischio Bse tra i vari paesi comunitari,
soprattutto dopo la scoperta del morbo in Austria e Finlandia, due
paesi aggiunti agli altri dieci partner europei – tra cui l’Italia
– nella categoria in cui la Bse “è considerata probabile ma
non confermata, o confermata a livelli bassi”. Dall’inizio del
2002, invece, sono 323 i casi di mucca pazza accertati in Europa,
135 dei quali in Gran Bretagna; accertati focolai anche fuori
dall’Unione Europea, con cinque casi in Svizzera e uno in Slovenia.
Dal bilancio di due mesi di test obbligatori nel 2002, emerge un
dato allarmante, cioè che in 36 casi la Bse è stata
individuata in bovini che apparivano in perfetta salute e che
sarebbero finiti nella catena alimentare entro quest’anno! Intanto,
in Italia è stato accertato il primo caso della variante
umana della malattia di Creutzfeldt-Jackob, su una ragazza
residente in Sicilia, una delle Regioni più interessate dal
fenomeno della macellazione clandestina. In quell’occasione, la LAV
ha rinnovato l’appello ai Ministri Sirchia e Alemanno
affinché l’Italia segua l’esempio dell’Olanda – che ha
pianificato una vera e propria riconversione dell’allevamento
intensivo – ed ha sottolineato come, a causa dei ritardi nei
controlli e della mancata riforma della zootecnia, la
manifestazione della variante umana della Bse sia ormai una bomba a
tempo.
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