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“Italia in prima linea per fermare la mattanza” scrive la LAV, sta entrando in vigore un decreto ministeriale che bloccherà di pelli di cuccioli di foca.
La caccia alle foche, il più grande e crudele massacro al
mondo di mammiferi marini, riprende in Canada.
Aumentano la violenza, i numeri, ma aumentano anche le
proteste internazionali.
Il Governo canadese quest’anno ha aumentato a 335.000 i cuccioli
(di appena due settimane di vita) da sterminare. 10 mila sono
“concessi” agli aborigeni per la sopravvivenza. Le altre 325.000
foche
saranno uccise per le pelli, da esportare in Europa e
in altre nazioni. Nei tre anni appena trascorsi in Canada sono
state uccise oltre 10.000 foche in più rispetto alla
già ampia quota ufficiale autorizzata. Il 98% delle foche
uccise in Canada nel 2005 aveva meno di 3 mesi di vita. Erano tutti
cuccioli. Con un’aspettativa di vita di circa 30-35 anni…
Quest’anno Paul McCartney e Heather sono atterrati in elicottero
sui ghiacci polari per richiamare l’attenzione del mondo, Brigitte
Bardot ha lanciato nuovi appelli, molti governi stanno facendo
mosse ufficiali. Anche l’Italia
si è schierata in prima linea: entra infatti in
vigore con straordinario tempismo il Decreto Ministeriale firmato
dai Ministri delle Attività Produttive e delle Finanze, che
“definisce le modalità di applicazione del divieto di
importazione in Italia, per fini commerciali, di pelli di cuccioli
di foca vincolando le importazioni delle pelli di tutte le foche
(anche animali adulti) al regime restrittivo dell’autorizzazione
ministeriale”.
C’era già una Direttiva europea che si applica solo ai
cuccioli inferiori ai dodici giorni di vita: questo decreto ne
amplia l’efficacia.
“Con questo decisivo atto del Governo, di grandissima importanza
e per il quale ringraziamo i Ministri Scaiola e Tremonti
nonché il Vice Ministro alle Attività Produttive
Adolfo Urso che si è fatto promotore di questa importante
iniziativa, l’Italia prende le distanze dal suo passato di paese
europeo capofila delle importazioni di pelli grezze e delle
esportazioni di pelli lavorate, contribuendo in modo significativo
a salvare la vita di migliaia di foche –
ha dichiarato Roberto Bennati, responsabile LAV campagne
europee – Contiamo sull’impegno del Ministero delle
Attività Produttive a non concedere alcuna
autorizzazione”.
C’è una sola via alla fine di questo mercato: la chiusura
del mercato europeo ai prodotti di foca. Con questi atti l’Italia
si unisce a Stati Uniti e Messico che hanno bandito questi prodotti
rispettivamente nel 1972 e nel gennaio 2006, mentre altri paesi
europei come Belgio, Olanda e Gran Bretagna, stanno sviluppando
delle legislazioni nazionali sempre in questa direzione. Ed
è stato avviato l’iter per la risoluzione contro la caccia
alle foche in Europa contro i metodi particolarmente efferati
utilizzati in Canada: la discussione della risoluzione è
prevista entro aprile.
La rabbia e la sensazione d’impotenza di fronte a scene
intollerabili possono unirsi alla decisione, sempre, di rispettare
ogni essere vivente. Anche se piccolo, goffo, bianco, che
si muove impacciato sui ghiacci canadesi.
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