Cosmesi naturale

Camminando aguzzi la vista

Si tratta di sfruttare l’opportunità di stare all’aperto e di muoversi camminando in modo da esercitarsi a non fissare mai lo sguardo su alcun punto

Sostanzialmente si tratta di sfruttare l’opportunità di
stare all’aperto e di muoversi camminando in modo da esercitarsi a
non fissare mai lo sguardo su alcun punto od oggetto, lasciando che
lo scenario circostante sia visto muoversi continuamente, a
velocità diverse in base alla distanza relativa delle varie
parti che lo compongono.

Il camminatore, ovviemente senza occhiali, si deve impegnare a non
cercare di vedere a nitidamente, e deve semplicemente lasciare che
tutto fluisca, davanti e di lato, per cogliere poi una sensazione
di dondolìo che si realizza quando ci si accorge che gli
occhi, se lasciati liberi, tendono a muoversi in sincronia con i
piedi, quando alternativamente toccano terra, ora a destra, ora a
sinistra.

Con il tempo e l’esercizio regolare, unito alla pratica degli
altri metodi del sistema di Trattamento Bates quali l’uso della
Tabella di Controllo di Snellen, del palmeggiamento o del rimirare
il sole, la vista si rafforza, i lampi di visione migliorata o
perfetta sono sempre più frequenti, e si comincia a
distinguere, finalmente, non solo i contorni delle persone che si
incontrano mentre si cammina per strada, ma anche alcuni tratti del
viso, i lineamenti, le caratteristiche dei vestiti indossati,
eccetera.

È in questa fase che si può praticare un nuovo metodo
suggerito da una giovane praticante Bates nell’àmbito del
gruppo di mutuo-aiuto telematico “Vista Perfetta: un
cammino spirituale”.

Di seguito si descrive la situazione di una ragazza di nome
Stefania, ora prossima alla guarigione, ma disturbata da una forte
miopia aggravata da un altrettanto forte astigmatismo. La sua
è stata una brillante intuizione: esercitarsi a “cogliere al
volo” i dettagli più sfuggenti e peculiari, ma al tempo
stesso i più certi e indubitabili, del viso delle persone
che incrocia: il “bianco degli occhi”.

 

Il bianco degli occhi di una persona che abbiamo di fronte
è distribuito in quattro parti distinte, e cioè a
sinistra e a destra dell’iride di ciascun occhio, ed è
impossibile vedere questi quattro punti ugualmente bene in una
volta sola: bisogna spostare lo sguardo, e cioè esercitare
la “centrale fissazione” a dirigersi rapidamente verso il viso
della persona che ci appare in lontanaza, per scegliere uno dei due
occhi, e poi immediatamente spostarsi su una parte di esso, per poi
realizzarne il colore bianco e altrettanto immediatamente spostarsi
sulla sua parte
opposta e poi compiere il necessario ulteriore maggiore spostamento
per vedere l’altro occhio e le sue due altre diverse parti bianche,
una alla volta.

Questo metodo ci consente di conseguire, se praticato con il
giusto livello di rilassamento mentale, cioè senza sforzo e
senza cercare di vedere a tutti i costi, un grado di centrale di
fissazione che risulterà poi utilissimo quando si
guarderanno le altre cose circostanti.

Infatti si troverà che il bianco degli occhi è uno
spazio molto piccolo, e può essere notato solo mediante
centrale fissazione, spostando continuamente lo sguardo, mentre
seguiamo l’avvicinarsi della persona in questione.

Pensare non al viso intero, che è cospicuo e può
essere visto con un’eccentrica fissazione che indebolisce sempre la
vista, ma ad una piccola parte di esso, e cioè lo spazio
bianco che c’è a sinistra o a destra dell’iride dell’occhio
scelto, ci abitua a non fissare lo sguardo al centro del viso per
tentare di distinguerne i lineamenti, e ci consente di “lasciare
andare” gli altri dettagli, e di rilassarci. Inoltre, ci stupiremo
della grandissima varietà di persone che ci passano davanti,
della loro bellezza generale, ma anche delle tensioni e della
mancanza di felicità che si nota specialmente nelle persone
che indossano occhiali o lenti a contatto: in esse il bianco degli
occhi è generalmente invisibile, nascosto, celato dietro ad
una stanchezza cronica, ad un senso di fatica, che lo annebbia, lo
rimpicciolisce, lo chiude. Al contrario, le persone che hanno
mantenuto la loro vista perfetta, come ad esempio i bambini o i
giovani in generale, ci stupiranno per la freschezza che portano
nello sguardo, e il bianco dei loro occhi sarà prontamente
visibile anche a chi ha una vista ancora imperfetta, ma si sta
curando senza occhiali.

Dopo aver passato velocemente lo sguardo sulle quattro parti
bianche che ci sono sul viso delle persone che incontriamo,
noteremo che i nostri occhi vorranno automaticamente spostarsi su
altre parti, del viso e del corpo, e potranno registrare meglio
altri dettagli di cui prima non ci
sognavamo neanche l’esistenza.

Vedremo che appariranno innumerevoli modi di acconciare i capelli,
di accostare i colori dei vestiti, di annodarsi la cravatta, o di
indossare altri componenti aggiunti quali gli orecchini, o gli
anelli o le collane, per non parlare dei colori usati nella
cosmesi. Insomma un nuovo mondo sarà finalmente presente,
ricco di stimoli, e di punti di riflessione, e anche la camminata
più noiosa e inutilmente brutta si sarà trasformata
in una ennesima occasione per capire che la vista imperfetta
è una illusione che si può trasformare facilmente, e
così guarire.

Rishi Giovanni Gatti

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