
La Corte europea per i diritti dell’uomo ha ascoltato i 6 giovani portoghesi e la difesa degli stati accusati di inazione climatica. La sentenza nel 2024.
Nella citt
In realtà le posizioni tra i vari paesi che partecipano
al vertice rimangono quantomeno divergenti, in particolare per
quanto riguarda il futuro del protocollo di Kyoto: due gli
schieramenti in campo, l’uno composto da Giappone, Russia, Canada,
Australia, Ucraina e Stati Uniti (il cosiddetto “Umbrella Group”
che ha riproposto il «no» alla conferma del protocollo
di Kyoto, in scadenza a fine 2012), l’altro dagli otto paesi
dell’Alba (Alternativa bolivariana, la sigla che aggrega Venezuela,
Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Antigua,
Honduras e St.Vincent), che sono riusciti a coinvolgere anche la
Cina e tutti i paesi del gruppo G77, ovvero tutto il sud del mondo,
compresi India e Brasile.
Il gigante cinese (uno dei paesi a più
alto tasso di emissioni di CO2) ha compiuto infatti una vera e
propria svolta lanciando un’ inedita dichiarazione di impegno
volontario (ma vincolante) per raggiungere i target delle
emissioni.
La presidenza messicana della COP16 ha quindi
stilato un documento che non solo conferma l’obiettivo generale
della conferenza (contenere l’aumento della temperatura media
mondiale entro i due gradi centigradi), ma ribadisce la
validità e la proroga del protocollo di Kyoto.
I paesi emergenti non-Kyoto
«adotteranno impegni comparabili», mentre i paesi in
via di sviluppo si doteranno di una «strategia di
contenimento delle emissioni» assistita dai paesi sviluppati
con trasferimento di tecnologie, finanziamenti e supporto alla
formazione. Ancora, si parla di un processo di monitoraggio sulle
azioni di mitigazione con invio di informazioni ogni due anni, di
risorse per finanziare l’adattamento dei paesi in via di sviluppo
con un fondo di 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 che
arriverà a 100 per il 2020.
Il rappresentante indiano ha rivolto un appello a Washington
perché si assuma degli impegni di breve periodo “prima che
sia troppo tardi” per le conseguenze globali del cambiamento
climatico. Ramesh è convinto che l’offerta degli Usa a
ridurre le emissioni di Co2 del 17% entro il 2020 sulla base dei
livelli del 2005 sia deludente in quanto “prima che si vedranno gli
effetti saremo tutti morti”.
E, nel frattempo, fuori dai palazzi, si è svolta la
manifestazione organizzata dal Coordinamento
internazionale di organizzazioni contadine, denominato ‘Via
Campesina’, per chiedere che i Governi “si scuotano dall’inerzia e
raggiungano un vero accordo”.
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