Cavallo. Il gioco

L’importanza del gioco nella vita dei puledri per crescere forti, sani e sicuri. Un po’ come noi umani.

Sommersi dalla pioggia ormai le vacanze sono solo un ricordo…
però parlare di “gioco” fa sempre piacere non trovate? A me
questo argomento piace molto anche perché mi ricorda il
periodo in cui ero puledro e mi divertivo un sacco! I puledri sono
veramente giocherelloni!

Fondamentalmente i giochi che fanno i puledri si possono
classificare in tre generi differenti: il gioco di movimento; il
gioco sociale e, infine, il gioco solitario.

Il gioco di movimento può essere fatto in solitudine o in
compagnia, generalmente si tratta di partenze al trotto, al “cante”
o al galoppo, con qualche sgroppata qua e là. Mi ricordo che
da piccolo amavo moltissimo giocare in questo modo con gli altri
puledri, era uno spasso continuare ad inseguirsi nel grande parco
dove ho avuto la fortuna di trascorrere l’infanzia. Ed è
anche grazie a questi giochi di movimento che oggi posso vantare un
fisico forte!
Anche il gioco sociale ha rivestito un importante ruolo nella mia
vita, si tratta di simulazioni di combattimenti. C’è chi si
impenna, chi si spinge o, ancora, chi cerca di mordere un compagno
sulla testa e l’avversario, per sottrarsi, a volte è
costretto ad inginocchiarsi! Giocando si inizia a stabilire la
scala gerarchica tra i puledri e c’è sempre il dominante che
si distingue dagli altri.
Invece i giochi meno divertenti sono quelli solitari, si tratta di
giocare con tutti gli oggetti che capitano a tiro. Così ci
sono puledri che prendono in bocca qualunque cosa trovino nei
dintorni, come bastoni o secchi, e se li portano a spasso per tutto
il paddock per poi lasciarli cadere a terra, riprenderli nuovamente
o ancora lanciarli in aria, magari facendoli oscillare un po’ per
dargli più slancio, oppure li spingono col muso dappertutto
finché non si stufano. Insomma sono un po’ noiosi come
giochi. Generalmente i puledri li giocano volentieri fino ai due
mesi e poi… via col gioco sociale insieme a tutti gli altri! Solo
quei puledri che hanno la sfortuna di essere allevati tutti soli
non hanno altro gioco che questo per passare il tempo. Così
vanno avanti a prendere gli oggetti in bocca per molto più
tempo e a volte diventa un po’ un vizio. Una volta diventati
adulti, continuano a farlo e, se non ci sono cose a portata di
bocca… iniziano a mordere tutto ciò che gli capita a tiro,
persone comprese!

Spesso il problema di vivere da soli da puledri, porta anche a
voler fare i giochi sociali con gli uomini, non potendo farli con
gli altri cavalli. Così, non essendoci la possibilità
di giocare con altri puledri, molti giovani cavalli iniziano a
giocare con gli unici esseri viventi che incontrano: coloro che li
accudiscono. Purtroppo in situazioni come questa, col passare del
tempo, il puledro diventa adulto e sempre più forte e
continua a giocare i giochi che ha sempre giocato ma, per le
persone che all’inizio si divertivano quando il puledro si
avvicinava e li mordicchiava o si strusciava o, ancora, si
impennava, quando il puledro cresce… il gioco si fa duro. E
così la situazione diventa sempre più difficile da
gestire, generalmente l’uomo si accorge di aver perso il controllo
della situazione quando è già troppo tardi e il
risultato diventa catastrofico! Il cavallo viene battezzato come
“cavallo difficile” e si inizia a cercare di dominarlo… e
così non si arriva a niente di buono… ve lo assicuro!

Quindi la cosa che consiglio spassionatamente è: permettete
ai puledri di vivere l’infanzia insieme ad altri cavalli… proprio
come fate voi umani coi vostri bimbi! E’ davvero meglio per
tutti!

Ornella Lessio

 

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