Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Che brillante idea, l’efficienza energetica
Una panoramica della situazione dell’illuminazione in tutto il mondo ci conduce dritti dritti a casa nostra, nei nostri uffici, nelle nostre strade.
In tutto il mondo si usa per l’illuminazione il 20% dell’energia
elettrica prodotta globalmente.
Solo in Europa, spendiamo 14 miliardi di euro all’anno per
illuminare
case,
uffici e
strade: l’equivalente dell’energia elettrica di 67
centrali di media potenza. Le quali, per produrla, emettono 60
milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.
Questi dati “flash” suggeriscono una cosa. Che
sarebbe meglio ridurre, ridurre, ridurre – qualunque
cosa! La spesa per la bolletta elettrica, qualche inquinantissima
centrale termoelettrica in meno, qualche milione di tonnellate di
CO2… meno ce n’è, più ci guadagniamo.
Tutti.
Come fare? Spegniamo la luce,
rimaniamo al buio?
No. C’è un’altra via. Si chiama
efficienza energetica.
Significa che la stessa luce, le stesse prestazioni – anzi
migliori – si possono avere da
nuovi prodotti, nuove lampadine,
nuove tecnologie.
Luci più confortevoli, accensioni più rapide e
sicure, apparecchi più leggeri, con meno sostanze nocive e
più risparmiosi sono già in commercio. Invece…
solo il 25% degli
uffici in Europa ha già lampade a risparmio
energetico. Così come in città
i lampioni spesso risalgono agli anni Sessanta. Se
invece si mettessero per esempio nuovissime luci a led, secondo gli
studi Philips Europe si eviterebbero milioni e milioni di
tonnellate di CO2. Altrettante se in ufficio si installassero nuovi
sistemi di illuminazione…
Scelte illuminate, che devono essere fatte, oggi, dai politici.
Dai produttori. E da ognuno di noi.
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