
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Era atteso da giorni il commento del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini sulle linee che il Governo intende seguire nel campo delle rinnovabili, a fronte anche del varo del Quinto Conto…
Era atteso da giorni il commento del Ministro dell’Ambiente
Corrado Clini sulle linee che il Governo intende
seguire nel campo delle rinnovabili, a fronte anche del varo del
Quinto Conto Energia. Ed è arrivato puntuale, in
concomitanza con l’inaugurazione di Solarexpo
2012.
La sala gremita; dai rappresentanti delle associazioni di
categoria, agli addetti ai lavori, ai semplici curiosi: “i punti su
cui lavorare – ha spiegato Clini – sono sostanzialmente due: gli
incentivi alle rinnovabili e l’efficienza energetica”.
La situazione internazionale
A livello internazionale la produzione di energia ha visto per la
prima volta nel 2011 l’aumento degli investimenti nella produzione
da fonti rinnovabili, che sono stati maggiori di quelli da fonti
tradizionali.
Ed è la stessa Agenzia Internazionale dell’Energia a
sottolineare come sia necessario raggiungere la parità di
mercato tra fonti fossili e fonti rinnovabili: “eliminando
immediatamente i sussidi ai combustibili fossili”. E lo stesso
Clini sottolinea l’importanza di questa affermazione: “L’IEA non
è certo un’associazione ambientalista”.
Le rassicurazioni sul Quinto Conto Energia
A livello nazionale i risultati raggiunti (siamo primi al mondo per
potenza installata) sono figli di un sistema di incentivazione
puntato al raggiungimento degli obiettivi posti dal programma
europeo del 20-20-20. Ma, come sottolinea lo stesso Ministro:
“Quello che dobbiamo capire è che il tempo delle
speculazioni è finito. Il calcolo della redditività
dell’investimento va fatto in un’altra ottica: quello di vedere le
rinnovabili come fonte strategica per il nostro Paese, che diventi
autonoma e competitiva”. Non più quindi sul guadagno a breve
termine sul kWh prodotto.
“L’obiettivo – ha spiegato – è però di andare oltre
l’attuale meccanismo e guardare al futuro di maturità delle
tecnologie pulite con nuovi strumenti normativi e strategie, come
incentivi basati sulla fiscalità energetica-ambientale da
includere nei decreti ‘Innovazione’ e ‘Crescita’”.
Meno incentivi ma nessun limite al
fotovoltaico
Sono molti i malumori che si alzano dal mondo del fotovoltaico e
molte le proposte per migliorare la bozza che è circolata
nei giorni scorsi. Gli sforzi sono sottolineati dallo stesso
Ministro: “i decreti sono il risultato di un compromesso tra le
varie parti. Ciò che conta di più in questo momento
è riportare il tema delle rinnovabili nel contesto giusto,
ovvero nella valutazione del ruolo che possono e potranno avere le
rinnovabili sulla crescita del Paese”.
Parte anche un applauso, quando Clini sottolinea che: “se è
vero che nel 2030 dobbiamo ridurre le emissioni del 40%, non
possiamo porre limiti al fotovoltaico. Il ruolo del fotovoltaico
nella produzione di energia elettrica è strategico per
raggiungere gli obiettivi posti in sede europea, anche se è
vero che è stato aiutato molto dagli incentivi”.
Scossa al mondo dell’industria
Il Ministro non risparmia nemmeno Confindustria: “è evidente
che se si resta fermi nella convinzione che il modello industriale
degli anni ’70 sia l’unico valido per l’Italia, tutto il resto
risulta essere solo un costo, non un investimento per il
Paese”.
Il lavoro da fare rimane ancora molto, anche per correggere gli
errori passati; le intenzioni sembrano essere quelle giuste.
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