L’evoluzione del modello di business in ottica sostenibile si orienta sempre di più verso lo storydoing: saper raccontare il proprio cambiamento determina un importante vantaggio competitivo.
Coibentare con i quotidiani riciclati
Isofloc, un materiale coibetante fabbricato interamente con cellulosa ricavata da carta riciclata,
Viene impiegato con ottimi risultati per l’isolamento dal caldo
e dal freddo nelle pareti, nei tetti e nei solai in edifici
pubblici e privati. Invece di usare cellulosa di piante e alberi
appositamente tagliate, come avveniva in passato, è stato
trovato un sistema per utilizzare quella proveniente dalla carta di
vecchi giornali. Si tratta quindi di un ottimo sistema per
riutilizzare la carta riciclata. Oltre dall’ 88% di carta, Isofloc
è composto per il 12% di borace. Quest’ultimo è un
minerale che si trova in natura e con il quale la cellulosa viene
resa ignifuga e immune da attacchi di muffe e funghi.
Dal punto di vista dell’ecologia ambientale e a paragone di altri
coibentanti, è un materiale che presenta ottime
qualità: non è tossico come la lana di roccia e non
si dissolve negli anni come succede con il polistirolo e la lana di
roccia. Tant’è vero che esistono delle case coibentate un
centinaio di anni fa con della cellulosa che sono tutt’oggi
intatte. Inoltre, per la produzione di isofloc non viene utilizzata
una materia prima come per la produzione del sughero,
l’altro coibentante ecologico che si trova in commercio.
Per la lavorazione è necessaria un’attrezzatura apposita,
perché il materiale viene insufflato con un tubo negli spazi
vuoti, per esempio tra i travetti del tetto o nella soletta. La
tecnica dell’insufflazione permette una lavorazione pulita, senza
polvere, e un’ottima espansione del materiale anche negli angoli
più stretti. Se si tratta invece di superfici aperte da
coibentare, isofloc viene applicato con la tecnica dello spray e in
seguito dipinto come qualsiasi parete.
Rita Imwinkelried
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