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Il cloud computing è il sistema di uso dei computer che prevede la migrazione in remoto di software, applicazioni, documenti, fogli di calcolo ed e-mail
Il sistema di uso dei computer che prevede la migrazione in remoto di software, applicazioni, documenti, fogli di calcolo ed e-mail, è entrato all’attenzione del mondo tecnologico da tre anni, con gli investimenti delle maggiori aziende dell’informatica, tra cui Apple, Microsoft e Google. Molti prevedono un futuro in questa direzione: i dati e i programmi non devono necessariamente risiedere sul terminale che abbiamo di fronte, possono infatti essere “ospitati” (o memorizzati) su Internet o, come si suol dire, sul “cloud”, sulla nuvola, ovvero su server remoti. Cloud computing significa semplicemente gestire esternamente, online, applicazioni e attività.
Dato che è un provider esterno a gestire tutta l’architettura informatica al tuo posto, tutto quello che devi fare è accedere ai tuoi documenti e programmi via Internet. Cominciano a esserci versioni “cloud” (o in hosting) delle più diffuse applicazioni. I rischi si azzerano o quasi, perché è il provider esterno a preoccuparsi del backup e della sicurezza dei dati, quindi anche in caso di guasti sui terminali non si dovrebbe perdere nulla. Si accede ai servizi, ai propri lavori, agli archivi e alle librerie in ogni momento e in ogni luogo, anche a casa. I costi di licenze e programmi, sottoscrivendo software “in the cloud”, possono ridursi considerevolmente, e si ha sempre la versione più aggiornata dei programmi, senza bisogno di complicate e noiose procedure per l’aggiornamento.
I calcoli di Google relativi a Google Apps (un pacchetto di applicazioni per l’ufficio) sono stati proiettati anche su scala nazionale: migrando sul cloud le aziende americane potrebbero risparmiare 12,3 miliardi di dollari e fino a 85,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. In Inghilterra le aziende potrebbero invece risparmiare 1,2 miliardi di sterline e 9,2 milioni di tonnellate di CO2. In Francia circa 700 milioni di euro e 1,2 milioni di tonnellate di CO2. L’esempio concreto è l’americana General Services Administration: con i suoi 17.000 utenti su Google Apps ha ridotto di circa il 90% il consumo energetico dei server e dell’85% le emissioni di carbonio, con risparmi in bolletta di 285.000 dollari.
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