
Da Lecco a Casale Monferrato, le storie di chi non si è arreso alla fibra killer che in Italia miete ancora 10 vittime al giorno, con 370mila siti da bonificare.
Oggi alle 15 è stata letta la sentenza d’appello del processo Eternit iniziato lo scorso 13 febbraio. Scopriamo il verdetto e ripercorriamo la vicenda.
Cos’è Eternit
Eternit è il nome dell’azienda produttrice di un tipo
di fibrocemento costruito facendo uso di amianto, sostanza la cui
polvere ha effetti cancerogeni. All’interno e all’esterno di molti
stabilimenti Eternit in Italia – da Casale Monferrato (Alessandria)
a Cavagnolo (Torino), da Broni (Pavia) a Bari – si sono verificati
negli anni migliaia di casi di contaminazione, morti e malattie,
che pare si registrino tuttora nonostante la produzione di lastre
in amianto sia stata sospesa nel 1986 e l’amianto messo fuori legge
nel 1992. Fu il Comune di Casale Monferrato ad avviare le
ostilità, con un’ordinanza firmata nel 1987 dal sindaco. Ora
il Comune sta tentando di bonificare l’area dello stabilimento.
L’azienda Eternit è fallita.
Le malattie da amianto
Le malattie principali
che possono essere provocate dall’amianto sono: asbestosi,
mesotelioma (tumore “marker” dell’esposizione all’amianto),
carcinomi polmonari, tumori del tratto gastro-intestinale, della
laringe, delle ovaie. Tutte queste malattie sono caratterizzate da
un lungo lasso di tempo fra l’inizio dell’esposizione e il
manifestarsi della malattia. Un intervallo, chiamato “tempo di
latenza”, che può essere di decenni. Il rischio è
direttamente legato alla quantità e al tipo di fibre
inalate, alla loro stabilità chimica, a una predisposizione
personale, all’esposizione a fattori di rischio concomitanti.
2013
3
giugno, lettura della sentenza di secondo grado. Inasprita la
pena
Alle 15 è stata letta la sentenza d’appello
del processo Eternit iniziato lo scorso 13 febbraio. Gli imputati
sono stati assolti per prescrizione per i reati precedenti al 1976.
Per Stephan Schmidheiny la condanna è di 18 anni di
reclusione, con risarcimenti alle parti civili che vanno dalle
decine di migliaia di euro al Wwf fino ai 30 milioni di euro al
comune di Casale Monferrato e 20 alla Regione Piemonte,
nonché a tutti i Comuni il cui territorio è stato
contaminato da amianto. Per l’altro imputato, il barone belga de
Cartier morto a maggio, i giudici si sono pronunciati per
l’assoluzione per alcuni episodi e per il non luogo a procedere per
altri.
2012
16
anni di reclusione in primo grado ai due dirigenti imputati del
processo Eternit, Stephan Schmidheiny e Jean Louis de
Cartier.
I milionari Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier il 13
febbraio vengono condannati a 16 anni di reclusione. I giudici si
erano presi tre mesi di tempo per definire gli orientamenti della
sentenza. L’accusa, sostenuta dal Pm Raffaele Guariniello, aveva
chiesto 20 anni. A Torino la sentenza era attesa dai familiari di
3000 vittime. Il ministro della Sanità Renato Balduzzi: “Una
pietra miliare. Il principio precauzionale deve diventare un
modello che indirizzi le politiche a tutti i livelli”. I giudici
hanno anche condannato l’azienda al risarcimento di 100.000 euro
per Cgil, Usr Cisl Piemonte, Usr Cisl Torino, Feneal, Uil
regionale, Uil della provincia di Alessandria, Ass. Esposti
Amianto, 70.000 euro per Wwf e Medicina Democratica, quattro
milioni per il Comune di Cavagnolo, oltre a una provvisionale
all’Inail di 15 milioni di euro.
2010
Quanto
amianto c’è in Italia?
Oggi sappiamo che l’amianto è nocivo alla salute ma
fino a vent’anni fa era presente in migliaia di prodotti. Dai
tessuti ignifughi delle tavole da stiro, ai phon, ma soprattutto
nelle coperture degli edifici di tutta Italia. Nel 1992 è
stato finalmente messo al bando (in Germania era stato vietato nel
1943), ma è ancora molto diffuso e tanti siti contaminati
attendono di essere bonificati. Si stima l’esistenza di 32 milioni
di tonnellate di materiale contaminato in 2,5 miliardi di metri
quadrati di coperture in cemento-amianto ancora disseminati nello
stivale.
2009
Eco-miliardari.
Da Warren Buffett ai fondatori di Google, da Bill Gates al patron
della CNN
Nella lista compilata dal Times compaiono anche nomi
precedentemente coinvolti in àmbiti “sporchi”. Tra cui
quello della famiglia Schmidheiny, a cui appartiene Stephan,
posizione 23, uomo da 2 miliardi di euro, proprietaria
dell’Eternit.
2005
Amianto,
avvisi di garanzia per il disastro Eternit
La procura di Torino ha indagato sulle morti avvenute negli
stabilimenti italiani di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato
(Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia), Bagnoli (Napoli).
Indagati i vertici d’allora della multinazionale svizzera
Eternit, i fratelli Thomas e Stephan Schmidheiny, membri di una
delle più note e ricche famiglie elvetiche, e un belga, il
barone Louis de Cartier de Marchienne.
2003
L’amianto
in Italia
Amianto, un problema grave: sul
territorio italiano ci sono ancora 2,5 miliardi di metri quadri di
coperture di Eternit pari a 32 milioni di tonnellate di
cemento-amianto e molte tonnellate di amianto friabile, per un
totale di amianto puro di circa 8 milioni di mc.
1994
Stabilito
l’obbligo di rimuoverlo
Il DM 6/9/1994 stabilisce gli
adempimenti da parte delle imprese nelle attività di
rimozione e gli obblighi da parte dei proprietari di tutti di
manufatti contenenti amianto, di matrice sia friabile sia compatta.
Inoltre, sono regolamentate le attività di bonifica
(rimozione e demolizione) con l’obbligo di presentazione di un
piano di lavoro da presentare all’Asl minimo 30 giorni prima
dell’inizio dei lavori.
1992
Amianto ed
Eternit vietati per legge
L’impiego dell’amianto
è stato bandito dal nostro Paese con la legge 257 del 1992,
che nel contempo riconosceva benefici previdenziali per i
lavoratori esposti all’amianto. Da lì in poi sono vietate
l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la
commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di
amianto o di prodotti contenenti amianto. La legge arriva dopo anni
“battaglie scientifiche” e di lotte sindacali. L’Italia è
stato il secondo produttore europeo di amianto, e tra i suoi
principali consumatori. Tra tubature, tetti, rotaie, rottami, pare
che ce ne siano nell’ambiente cinque quintali per ogni cittadino.
1987
Ordinanza del
Comune di Casale Monferrato
E’ del 1987 il divieto dell’impiego di lastre e manufatti in
cemento-amianto, di qualsiasi residuo della produzione sul
territorio comunale di Casale Monferrato. L’ordinanza dell’allora
sindaco Riccardo Coppo, che rileva “una insolitamente alta
ricorrenza di decessi per tumore”, ha preceduto di ben cinque anni
la legge nazionale che ha poi vietato l’impiego dell’amianto in
Italia.
1986
Chiusura dello
stabilimento Eternit di Casale Monferrato (Al).
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