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La nostra societ
Nel modello di società dei paesi occidentali, il nostro
comportamento economico come consumatori è uno dei
principali indicatori del nostro modo di essere. In altre parole,
la possibilità economica di acquistare beni e servizi, e
principalmente di poter costantemente reiterare tali acquisti sono,
ai nostri occhi e a quelli altrui, da un lato la possibilità
di esprimere ciò che siamo e dall’altra l’unità di
misura primaria della nostra libertà individuale.
Fino a pochi decenni fa le norme di comportamento erano dettate
dalla “cultura della scarsità”. Le scelte dei consumatori
erano indirizzate fondamentalmente verso prodotti essenziali e la
qualità delle merci era valutata soprattutto dalla loro
durata nel tempo.
Oggi la durata non è più un fattore di scelta
perché ciò che si usura non si ripara, si
sostituisce. Domina la “cultura dell’abbondanza”. Il mercato,
offrendo la possibilità di accedere a un vasto numero di
prodotti, ha fatto si che molte merci siano diventate alla portata
di tutti e ha trasformato bisogni fittizi in necessità
ineluttabili.
Ciò ha fatto si che i nuovi assiomi che dettano i
comportamenti siano: “se è vecchio, si butta” o “più
consumo, meglio sto”. Tutto ciò rinunciando spesso alla
qualità dei prodotti e avendo come unico obiettivo la
quantità.
Purtroppo questo tipo di “libertà acquisite”, strettamente
consumistiche, vanno mantenute e accresciute, mentre sappiamo che
le risorse non sono illimitate, l’inquinamento è in
crescita, le disparità economiche e sociali aumentano
vertiginosamente.
Ci troviamo in realtà di fronte a un paradosso: sia le
scelte nei comportamenti di consumo, sia gli allarmi ambientali
degli ambiti scientifici sono guidati dalla “preoccupazione per il
bene”.
Se si vuole veramente superare questo paradosso è necessario
ripensare a tutto il sistema, ai modelli di consumo, ma anche a
quelli di produzione e a quelli di riconoscimento sociale,
perché non ci sia arretramento.
Porvi rimedio è possibile, a patto di ristabilire
un’armonia, un dialogo vero fra gli individui, la loro cultura e
l’ambiente in cui si vive, privilegiando la qualità e la
durata dei prodotti e impostando il proprio stile di vita sui
bisogni reali.
Gabriele Garbillo
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