
Zero Iva sui vegetali per promuovere consumi più sostenibili: la campagna portata avanti da Greenpeace ha trovato il sostegno del ministro dell’Agricoltura, ma non di tutto il governo federale.
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All’Assessorato al Commercio del Comune di Milano hanno pensato:
come dare ai cittadini l’informazione indispensabile sui prodotti alimentari, per
aiutarli ad avere un approccio all’acquisto più consapevole?
Risposta: una piccola guida per “consumare informati: etichette,
prezzi e offerte”. Testimonial d’eccezione, l’UomoRagno, che
sgattaiola da una pagina all’altra, chiara allusione al non farsi
“irretire” dalle false diciture dei prodotti alimentari
“L’etichetta deve dire denominazione di vendita (cioè la
categoria merceologica: “ricotta”, “formaggio fuso”, etc.), gli
ingredienti, il quantitativo netto, il termine di conservazione, le
modalità di conservazione, la ditta produttrice” e tutti gli
altri dettagli.
Non mancano spunti di puntuale interesse, utili a una difesa attiva
per districarsi tra i mille messaggi pubblicitari: “Non ci
può essere il Duomo di Milano sull’etichetta di un prodotto
fabbricato a Roma, né Pulcinella sulla scatola di pelati
prodotti in Romagna, come non si possono raffigurare olive
sull’etichetta di un olio di semi”.
Vi si possono leggere anche capitoli d’approfondimento. Leggiamo in
“Cosa sono e come si riconoscono gli additivi chimici”: “La lettere
‘E’ seguita da un numero indica che nel prodotto è presente
un additivo”, e “Gli additivi indicati in etichetta sono tutti
autorizzati dall’UE e devono essere utilizzati dai produttori solo
se necessario e secondo le dosi prescritte”. Nel capitolo “Prodotti
biologici e OGM” (discutibilissima la scelta di affiancare due
categorie all’opposto in un unico titolo): “Le previsioni stimate
per il prossimo futuro prevedono per i prodotti biologici un
incremento dall’attuale 0.8 alla quota di 3.3%. Di fronte a una
tendenza così appetibile, potrebbe essere legittimo il
timore di vedere introdursi soggetti interessati a un’azione
fraudolenta e scorretta. Come tutelarsi? In Italia esistono tre
tipi di controllo: 1. da parte dei 9 enti certificatori; 2.da parte
dei NAS e del Ministero della Salute; 3.da parte delle aziende che
mettono il loro marchio sul prodotto”.
Infine, nella sezione “P.S., indicazioni particolari” sono raccolte
informazioni di “commento” sui temi “Marchio, sinonimo di
garanzia?” (sulla certificazione ISO, che entro due anni
dovrà divenire per tutti ISO 9001:2000), sulle sigle DOC,
DOP e IGP, e sui controlli da parte del Comune, cioè la
Polizia Annonaria della Polizia Municipale e l’ASL “attraverso i
propri servizi SIAN e veterinari”.
Insomma, se si abita a Milano, chi legge bene questa guida
può davvero, secondo le intenzioni dell’Assessore Roberto
Predolin, “riuscire a riconoscere se ciò che stiamo
comprando corrisponde a quello che stiamo cercando, se l’offerta e
il prezzo proposti sono coerenti con la qualità promessa…
e difendersi da proposte ingannevoli o peggio da prodotti dannosi
per la nostra salute”.
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Zero Iva sui vegetali per promuovere consumi più sostenibili: la campagna portata avanti da Greenpeace ha trovato il sostegno del ministro dell’Agricoltura, ma non di tutto il governo federale.
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